Dico di Rafael ma parlo anche per tutti gli altri. Massacrato, criticato, poi risorto, poi di nuovo massacrato, poi eroe. C’è una schizofrenia pazzesca nei giudizi, un ottovolante perenne, su e giù, legato agli umori, ai risultati, ad una partita sbagliata ad un’altra che ti vede protagonista. Ho letto cose pazzesche dopo il derby per una presunta smanacciata di Rafael che poi ha portato all’azione del gol. Poi, ancora peggio, dopo la gara con la Fiorentina. Non è da A, cambiare subito, via via, l’ho sempre detto che è da B, dentro il bulgaro subito senza se e senza ma…. Che tristezza, questo mondo in cui la colata lavica dei social network trasporta e brucia tutto e tutti e in cui non c’è un minimo di gratitudine né di equilibrio. Rafael era in campo a Busto Arsizio, è la nostra coscienza, la nostra memoria. Dopo la gara con il Portogruaro si è preso sulle spalle il peso della responsabilità e della critica, rivista oggi quella mezza uscita è meno grave di quanto ci apparve allora quando cercavamo un capro espiatorio per quell’assurdo Verona risucchiato dentro la classifica dopo essere sempre stato in testa. Di sicuro è stato lui l’eroe di Salerno e quelle parate del secondo tempo non temono smentita. Poi è stato protagonista in B, lo è diventato in A, dove oggi è uno dei primi cinque portieri della categoria. Rafael rappresenta la tenacia, la voglia di non mollare mai, la voglia di migliorarsi sempre. Umile e simpatico, non ha mai alzato una polemica. Mi rispose anche dopo un’espulsione, io che gli piazzavo il microfono sotto, lui dispiaciuto ma sempre tranquillo, sempre sorridente. Rafael è uno di noi, uno che più lo attacchi più diventa bravo. Mi piacerebbe che qualcuno gli chiedesse scusa. Ma sicuramente nessuno lo farà. E’ troppo facile sparare alla Croce Rossa, dietro un nick e col favore dell’anonimato. Più difficile metterci la faccia. Rafael resterà nella storia del Verona, i “sotuttomi” di professione restano solo una pernacchia. Di loro non si ricorderà nessuno. Fino al prossimo blog. O al prossimo errore.
Gianluca Vighini
Gianluca Vighini inizia giovanissimo a perseguire la sua grande passione: il giornalismo. Già a 16 anni collabora con Tele Valpolicella dove si occupa di sport e conduce varie trasmissioni sportive.
Dopo la maturità classica si iscrive a Scienze politiche e inizia a collaborare con il Gazzettino e la Gazzetta dello Sport. A 21 anni, dopo essere diventato giornalista pubblicista, viene assunto dal gruppo Telenuovo dove inizialmente è redattore al settimanale Nuovo Veronese. Qui cura le pagine sportive e di cronaca bianca. Nel 1987 inizia anche a collaborare con la televisione. Nel 1988 entra nella redazione di Telenuovo dove diventa giornalista professionista a 25 anni. Si occupa di cronaca nera seguendo, tra l’altro, il rapimento di Patrizia Tacchella.
Nel 1991 partecipa alla nascita del Nuovo Veronese quotidiano di cui diventa il responsabile delle pagine sportive seguendo come inviato l’Hellas Verona.
Nel 1998 diventa caporedattore di RTL Venezia, costola regionale di RTL 102.5. Dopo una breve esperienza a Roma dove dirige le pagine sportive di Liberazione, torna a Telenuovo dove inizia a condurre varie trasmissioni sportive e in coppia con Luca Fioravanti, vara il tg sportivo Tg Gialloblu. Su indicazione dell’azienda fonda anche Tggialloblu.it, il primo sito sportivo veronese.
Dirige e conduce la popolare trasmissione Alé Verona e ha ideato la trasmissione Supermercato. Da aprile 2021 è il direttore delle testate online di Telenuovo.
E’ anche un grande appassionato di cucina.
Lascia un commento