Devo essere sincero: parlando da tifoso questa cessione di Jorginho non mi piace. Mi dà fastidio vedere partire il più forte dei nostri a gennaio. Non è una bella sensazione. E’ quasi un piantare una bandiera bianca sui nostri sogni. Mi dà la stessa sensazione di quando Pastorello cedette Italiano al Genoa, lasciando Ficcadenti in braghe di tela.
Lo dico, naturalmente da tifoso più che da osservatore. E’ un piccolo groppo che ho qui da qualche giorno e adesso lo tiro fuori. Naturalmente in questo caso parlo solo con la passione e il cuore. Cioè le due componenti che, giustamente, continuano ad animare chi va allo stadio a tifare Hellas.
Dall’altra parte, però, c’è la ragione: e la ragione dice che questa cessione è indispensabile. Il calcio di oggi è una lotta per la sopravvivenza. E cedere un giocatore come Jorginho è l’UNICA via che ha il Verona se vuole sopravvivere in serie A. E’ desolante e anche un po’ umiliante, ma è così. Soprattutto se Setti, dimostrerà che Pastorello è lontano anni luce.
Cosa voglio dire? Semplice: che ora misureremo veramente che cosa vuole fare il presidente del Verona con questa squadra e con questa società. Dopo averla dotata di un management di prim’ordine, di una squadra all’altezza, dopo averle fatto recuperare credibilità e onore, Setti deve dimostrare di non essere qui a mercanteggiare come faceva il suo predecessore.
Mi spiego meglio: i soldi di Jorginho devono essere subito reinvestiti. Si vada a prendere Cirigliano, Romulo, Longo e anche un altro giovane. Si investa sul settore giovanile, sulla Primavera, si mettano le basi per un Verona che possa, man mano migliorare e stabilizzarsi.
Attenzione: non lo dico con scetticismo tutto ciò. Perché è esattamente ciò che i dirigenti del Verona hanno detto di voler fare. E visto che fino ad oggi hanno sempre “fatto” più che “detto”, non ho motivi, al momento, di dubitare.
Ecco, dunque che, con un attimo di riflessione, anche il mio cuore trova la ragione di questa cessione.
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