Abbiamo perso e perso male. Credo che questa sconfitta abbia tanti padri. 1) Il pareggio con la Juventus ha creato euforia e un po’ di rilassamento inconscio. 2) Il gol nel primo tempo ci ha fatto credere di poter andare in controllo di una gara che invece era ancora lunga e difficile. 3) Qualche scelta del mister (non parlo di quelle iniziali che sono a suo gusto, nel senso che bisogna rispettarle, avendo lui in mano il polso della situazione, ma quelle a gara in corso) non al top.
Non è una tragedia, però bisogna anche capire perché questa squadra gioca sempre un tempo sì e uno no. Perché ha preso 40 gol. E perché ha perso di conseguenza in casa con il Torino. Non si dica adesso: beh, a 36 punti… Sì, per carità è verissimo: ma cosa vogliamo fare? Dire che abbiamo 36 punti e andare tutti già in ferie o vogliamo arrivare bene alla fine di questo campionato? Allora mi pare giusto anche fare qualche appunto ad una squadra che resta meravigliosa e che sta onorando alla grande questo campionato.
Questo Verona ha sempre dimostrato che quando l’attenzione è stata al massimo se l’è giocata e alla grande con tutti. Qualche volta si illude di poter inserire il pilota automatico e di poter vincere la gara senza sforzo. A quel punto le cose non vanno più per il verso giusto. Per fortuna è successo poche volte quest’anno e la maggior parte delle gare l’abbiamo giocato con la massima concentrazione.
Mandorlini non può passare dall’essere un eroe perché inserisce Gomez e pesca il jolly contro la Juve ad essere un coglione otto giorni più tardi. I suoi fili conduttori, lo sappiamo si chiamano gerarchia, solidità, spogliatoio. E’ restio a cambiare e nel dubbio non cambia. La sua filosofia è risultato spesso vincente, qualche volta deleteria, Ieri, per come sono andate le cose siamo nel secondo caso. Donadel non aveva più birra, Hallfredsson era stanco il centrocampo non reggeva più davanti alla freschezza del Torino che martellava a destra e a sinistra e pure al centro. Marquinho poteva essere una soluzione prima del quarto d’ora finale. E forse anche Cirigliano. Qui va speso un discorso a parte: è lui o non l’erede di Jorginho? Può anche essere che non lo sia. Ma ancora non lo sappiamo. Non possiamo giudicarlo per quegli spezzoni di gara dopo due mesi di sosta per l’infortunio allo zigomo. Può essere che non sia pronto. Mi piacerebbe poterlo dire dopo cinque, sei gare in cui lo si valuta per benino. Come farà la società a spendere due milioni e mezzo di euro a fine stagione se non si riesce a valutarlo? Faccio fatica anche a capire perché non ha giocato Albertazzi. Lui ha fatto due gare ineccepibili e rappresenta il nostro futuro. Così come Sala che quando è entrato ha dato subito l’impressione di tanta consistenza.
Sono riflessioni pacate, ci tengo a dirlo, non critiche. che a 36 punti non avrebbero proprio senso. Abbiamo perso con il Torino, vuol dire che faremo un partitone a Livorno. Conoscendo Mandorlini, lo sapete anche voi…
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