12 marzo 2014: scrissi che Sogliano sarebbe rimasto al Verona. Sogliano è rimasto. 8 aprile 2014: dissi che Mandorlini sarebbe rimasto e Mandorlini è rimasto. In mezzo abbiamo letto e sentito di tutto e di più. Gli artisti della comunicazione che lavorano col copia e incolla e non con le fonti dirette, abilissimi con Facebook e Twitter ma incapaci di farsi ore sotto una sede (come ho fatto anche ieri sera per aspettare Mandorlini…), ci hanno rifilato di tutto.
Il problema è che il lettore si dimentica dopo un minuto delle troiate che legge. E non chiede più conto ai responsabili di questo tipo di informazione deresponsabilizzata del perché continuino a tirare fuori valanghe di cazzate. E’ tutto un riprendere, un retweet, un mi piace. Si chiama informazione virale. Che in pratica è: scrivo una puttanata sperando che mille altri babbei la replichino. Fatto questo, purtroppo, quella puttanata, diventa una notizia reale.
Ma a fare informazione vera sono sempre meno. Perchè costa: in termini di denaro e in termini di tempo. E’ più facile piazzarsi davanti ad un pc che farsi tre ore nel parcheggio di Hellas Kitchen aspettando Mandorlini, Setti e Gardini che escano. Non voglio darmi nessun merito particolare sia chiaro. Faccio un lavoro meraviglioso, che richiede tempo, dedizione e passione. Se non hai questa passione diventa un lavoro da impiegati, e anche di quelli barbosi. Le nuove generazioni, non sempre per colpa loro, sono sincero, non hanno fatto gavetta, non vivono la redazione, ritengono che la fonte sia Internet e non la realtà. Hanno però la colpa di creare un magma informativo senza senso in cui il lettore non si riesce più a raccapezzare.
La corsa al tweet anticipato e senza senso ha la meglio sulla notizia verificata. Ieri sera ero basito a vedere che per la firma di Mandorlini non c’era nessun giornalista ad aspettarlo tranne il sottoscritto e il mio operatore. Questo non è il modo di fare informazione. Lo dico per marcare una differenza. Non tutti sono così. E credo comunque, anche nella vostra capacità di giudicare chi vi rifila “panzane” solo per un mi piace in più e chi invece, con la presenza, con la costanza, con la passione fa informazione vera.
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