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MOMENTO CRUCIALE

Ora serve calma. Mai come in questo momento la società sta pianificando il futuro. In ballo non c’è solo questa stagione ma anche quelle future. La fretta, come ho già scritto è una cattiva consigliera. Probabilmente partiremo per il ritiro senza la squadra al completo. Successe anche l’anno scorso. Faccio notare che Romulo e Iturbe arrivarono dopo (Juan Manuel all’ultimo giorno di mercato) e oggi sono i nostri uomini mercato dopo aver rappresentato il nostro valore aggiunto.

Setti non è un emiro, non vende gas non ha pozzi di petrolio. Non possiamo chiedergli (e nessuno lo ha fatto) di essere un mecenate. Gli abbiamo solo chiesto, dal primo giorno onestà e chiarezza. In risposta abbiamo ricevuto una squadra che è salita dalla B alla A e una che è stata la rivelazione del campionato di A. Il presidente ha ottenuto, con i fatti, abbondante credito. Lui e Sogliano costruiranno una squadra in grado di salvarsi. Ma soprattutto stanno mettendo le basi per il futuro. Futuro è una parola che a noi veronesi non entra mai nel vocabolario. Il perchè è presto detto: non ne avevamo più. Il Verona, lo ricordo e lo ricorderò fino alla nausea, ha rischiato di sparire. Non c’era più prospettiva, questa società sembrava essere appestata per l’imprenditoria locale e una parte della stampa. Il massimo che era stato teorizzato dal salotto buono di questa città era la fusione con il Chievo che ha sempre goduto, anche questo lo ricordo fino alla nausea, dell’appoggio della Banca Popolare, l’istituto bancario cittadino per eccellenza, Oggi che leggo commenti sulle magliette della Nike, mi viene da sorridere. Ma non perchè non ritengo giusto scegliere il giusto colore del blu, ma perchè qualche anno fa si partiva per il ritiro riciclando le vecchie maglie dell’anno prima. Altrochè da catalogo o personalizzate. Dopo aver indossato veramente le più brutte maglie della storia, onorate solo dalla gente che continuava ad affollare il Bentegodi, oggi il blue navy o il white full sembrano essere diventati all’improvviso il modo per giudicare una società. Ma per favore… Non ho mai risparmiato una critica, lo sapete. Ma le critiche e le battaglie devono avere un fondamento. Non devono essere fatte per attaccare gratuitamente o per ottenere una rendita di posizione da parte di qualcuno che ora, con la società più forte, non riesce più ad influenzare come prima…

Abbiamo davanti una sfida, adesso, proprio ora. Il Verona può diventare stabilmente una delle dieci società più importanti d’Italia, ma noi dobbiamo fare uno scatto culturale importante, pensando in grande, al progetto generale e non al piccolo particolare. Questo non significa perdere d’identità, ci mancherebbe. Le nostre radici sono essenziali. Ma devono essere basi su cui costruire un grattacielo e non catene che ci tengono inchiodati al suolo.

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