Note liete di una bella serata. Partiamo dal pubblico: 11.200 spettatori per la Coppa Italia contro una squadra di Lega Pro. Superfluo ogni commento.
Obbadi a centrocampo: l’impressione è che Sogliano abbia pescato un altro jolly alla Romulo. Nessuno lo conosceva, in tanti si morderanno le mani. Obbadi gioca con semplicità, ma c’è sempre. Legge le traiettorie del pallone in anticipo, pare avere la calamita nei piedi. Lo puoi mettere ovunque, anche se non sta male neanche in mezzo al campo. Il pallone non gli scotta mai tra i piedi. Sarà dura lasciarlo fuori, quando tornerà Tachtsidis.
Abbiamo ammirato un ottimo Moras. Pur partito in ritardo con la preparazione causa la nota vicenda famigliare, “Lele” si è già preso il posto. Con la consueta umiltà, ma anche con la solita personalità. Il gol è stato un meritato tributo ad un ragazzo che nello spogliatoio è un architrave.
Bene anche Gomez e Jankovic. Tanta quantità, poca concretezza, un po’ di sfiga. Ma se continuano così sarà durissima prendere il loro posto. Avessero trovato il gol (e non sarebbe stato scandaloso…), dovremmo parlare di due prestazioni super.
Capitolo Toni: siamo abituati bene, ma questa è colpa sua. Ha segnato così tanto l’anno scorso che ora fare gol è diventata la normalità. Invece non è così. Sappiamo benissimo noi a Verona che cosa significa avere là davanti uno che non vede la porta… Luca segna anche quando ha il culo giù per terra, c’è sempre, fa a spallate con chiunque. E’ un bene prezioso, sbagliato pensare che sia normale. D’accordo con Mandorlini: bisogna puntare su di lui, non puoi farne a meno se ce l’hai. Nenè è perfetto come spalla. Accetta la panchina, sintomo di intelligenza, e non rompe nello spogliatoio. L’importante è che abbia l’istinto agonistico di entrare comunque cattivo quando ce ne sarà bisogno. Nei sedici metri finali, (vedi Shakthar) può essere letale, con quella sua aria apparentemente indolente.
Marquez: ha giocato un’ora. Poi ha camminato. Ha fatto bene il mister a tenerlo in campo, perchè solo col minutaggio la condizione cresce. Impressionante come si sia calato nella parte. Gioca con un’eleganza assoluta. Il piede è da centrocampista, ma di quelli buoni. Pur non avendo fatto nulla di straordinario e aver subito anche la velocità di Kirilov quando la spia della riserva era accesa, ha dato la classica sicurezza a tutto il reparto.
In sostanza: pensiero alla Catalano. Vincere è meglio di perdere, ma l’avversario era tanto scarso. L’Atalanta sarà un’altra cosa, prepariamoci alla battaglia. L’inizio del torneo è sempre un’incognita, mettere via punti fin da subito è un obbligo. La serie A è dura, ma noi ci stiamo alla grande.
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