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UN ANNO DOPO…

Cosa sia successo un anno dopo il ritorno in serie A del Verona non è dato sapere. Un anno fa eravamo tutti felici perché dopo un periodo tra i più bui della nostra storia (anzi il più buio) eravamo tornati in serie A. Non praticavamo la categoria da così tanto tempo che non avevamo nemmeno idea di che livello avesse e di che cosa potevamo fare. Giocavamo ogni partita con entusiasmo e salutammo con gioia l’arrivo di giocatori come Cirigliano.

Tutto ci pareva meraviglioso e fantastico e qualsiasi cosa andava bene. Bastava salvarsi. La parola magica per una società che in due, tre anni ha cercato di colmare un gap più che decennale. Un gap che partiva dalle fondamenta dove gli Attila che erano passati avevano distrutto tutto e di più. Salvezza e consolidamento sono sempre state le due parole chiave. Man mano che passavano le partite ci siamo accorti che quella squadra, pur con dei limiti, ci stava. E ci stava alla grande, tanto da farci coltivare l’illusione di poter andare in Europa. Il primo scricchiolio avvenne quando non riuscimmo a centrare un obiettivo che sarebbe stato fantascientifico. Mugugni su mugugni insensati per quello che doveva essere quel primo campionato di A.

Un anno dopo siamo messi ancora peggio. In questi giorni s’è letto e detto di tutto. Senza una mancanza di equilibrio. Pare che Setti sia qui per fare beneficenza, e non c’è nessuna aderenza alla realtà. Cosa vuol dire “el vol solo far business?”. Vivaddio, dico io, se fosse vero. Perché vuol dire che il Verona è così forte da potersi reggere in piedi da solo e da poter addirittura creare ricchezza. O forse pensate che qualcun altro arrivi a prendere il Verona e a portarci nel paese di Alice? Beh, ragazzi, guardatevi un po’ attorno. A Verona c’è il deserto imprenditoriale, la crisi ha fatto il resto,  l’Hellas, senza Arvedi e Martinelli non ci sarebbe oggi. Se Martinelli non avesse trovato Setti chissà dove saremmo in questo momento.

Forse a fare una B di bassa prospettiva, come succede a Vicenza, o forse non ci saremo più come a Padova o a Trieste o a Treviso dove sono ripartiti tra i Dilettanti. E noi qui a mugugnare a scrivere di “Camisa verta” e di “Mandorlini allenatore troppo scarso per fare bel gioco”? Ma stiamo scherzando? Davvero un anno dopo ci siamo ridotti così? Davvero non abbiamo un minimo di capacità di analisi, ridotti ad essere come un tifoso di una strisciata qualunque che se Berlusconi non prende un fuoriclasse chiede indietro i soldi dell’abbonamento? Che fosse un anno difficile lo si sapeva. Ma mai mi sarei immaginato che si potesse leggere ciò che si legge in questi giorni. E poi, francamente, mi sono anche stufato di coloro che vogliono dividere la nostra società per “imperare”, forse con i loro astrusi complotti. Setti contro Mandorlini per esempio. Il giochetto è persino troppo semplice. Pare che uno sia contro l’altro. E così se il Verona non va bene è colpa di Mandorlini che non lo fa giocare o di Setti che ha venduto tutti e non ha fatto la squadra. E andiamo avanti così. Continuiamo a farci del male. Poi non lamentiamoci però se un giorno ci svegliamo e siamo di nuovo come il Padova o la Triestina. Sarebbe stata anche colpa nostra.

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