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UDINE NON PUO’ ESSERE L’ULTIMA FERMATA

Non è la prima volta, non sarà l’ultima. E’ un brutto momento, ne abbiamo passati altri e devo dire che personalmente questo mi fa meno paura. Non ci sono bei segnali, questo è certo. Il Verona ha imboccato il vortice negativo ed uscirne non è mai semplice. Servono nervi saldi, tanta grinta, tanta intelligenza.

Credo che a differenza di altre volte,  stavolta il Verona è condotto da una società vera e non da qualche dilettante allo sbaraglio. Ma poichè nel calcio ho visto tutto e il contrario di tutto, dico che non c’è da stare tranquilli. Anche perchè i segnali non sono confortanti. La squadra è inghiottita dentro le sue paure e le certezze si stanno sgretolando una dopo l’altra.

Tachtsidis, Rafa Marquez, la difesa, Rafael e Mandorlini. Ognuno avrà il suo capro espiatorio, il suo colpevole. Piace al popolo solitamente esaltare e poi abbattere i propri idoli. Fa parte della storia dell’uomo e della storia italiana, in particolare. Ci sarebbe da parlarne. Mussolini prima idolatrato e poi appeso a testa in giù è l’esempio più eclatante. E’ un discorso che ci porterebbe lontano. O vicino. Non so fate voi.

A me annoia questo esercizio. Annoto ora che per la maggioranza Mandorlini è diventato un coglione. E che Setti invece di venire qui e portare il Verona in serie A doveva stare a Modena, anzi a Carpi. Che a Verona c’era la fila per prendere il Verona da Martinelli… Vero???? E Sogliano che un anno fa era il più inseguito, ambito e stimato direttore sportivo d’Italia è diventato improvvisamente un imbecille. Luca Toni? Finito. Marquez? Bollito. Ed è colpa di tutti naturalmente. E in questo pessimismo dilagante c’è già chi ci vede in B, e naturalmente il derby è già perso.

Io dico che la squadra non è così scarsa e che però se qualcuno lo continua a dire magari qualcun altro ci crede. A chi sostiene questo dico di guardarsi la rosa dell’Empoli. A meno che non lo si dica con il solito scopo di seminare zizzania, di fare fumo, creare alibi. E’ colpa sua, no sua… Appunto. Ma senza andare tanto in là basterebbe guardare a quella della Sampdoria (rosa) che, un anno fa, prima di Mihajlovic sembrava un’armata Brancaleone.

Detto ciò, ognuno ha le proprie responsabilità se le cose non vanno. Società compresa. Mister e giocatori. Ma quando si sta uniti, quando veramente si sta uniti, il piattino di merda si mangia tutti assieme. Così dovrebbe funzionare. Gli unici che non dovrebbero mangiarla, se non altro perché ne hanno già mangiata vagonate negli ultimi decennio (non per colpa di Mandorlini, Setti, Sogliano, Gardini o Toni… questo va detto), sono i tifosi. Ecco… Teniamolo presente.

Piccolo esercizio di ottimismo: ripartiamo dalla grinta di Rodriguez, dalla voglia di Luca Toni, dal modulo a due punte, dalla reazione dopo il rigore di Eder. Andiamo a Udine giochiamocela alla morte. Non può essere l’ultima fermata.

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