Le spie sono accese, le sirene suonano, gli allarmi sono scattati. Ora bisogna far scendere le maschere d’ossigeno e sperare che i piloti ci facciano atterrare senza troppi danni. L’involuzione del Verona è senza fine, e seriamente, stasera siamo una delle candidate alla retrocessione.
Il Chievo ha mentalità e ci ha raggiunto, l’Empoli pareggia col Milan, il Cesena addirittura con la Juventus che a noi ha rifilato dieci gol in due partite. Persino il Parma che pareggia con la Roma nostra prossima avversaria al Bentegodi, in questo momento pare averne più di questo Hellas.
Mandorlini non ne azzecca più una, passa dal 5-3-2 al 4-3-3 sbagliando uomini e non migliorando la fase difensiva che ormai è roba da circo Orfei. La società è ferma, immobile, come paralizzata, forse stupita da tanta involuzione.
Sogliano sta zitto, Gardini è sfuggente, il presidente sfoggia calma apparente che forse è solo terrore. La squadra, dal canto suo, Luca Toni e qualche eccezione a parte, parla solamente e non fa seguire i fatti alle parole. Non so come si possa fare a invertire questa pericolosissima tendenza. Ma qualcuno deve decidere o dire qualcosa. Prima che sia troppo tardi. Sperando che non sia troppo tardi. Meglio se lo fa Setti. E’ il suo momento più difficile da quando è qui. Vediamo come se la cava.
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