Mettiamocela via e ringraziamo il cielo che abbiamo 33 punti. Questa è una squadra condannata ad essere mediocre. Mi spiego: i mediocri sono quelli che si accontentano, che cercano alibi, che non riescono ad avere mentalità.
Tranne quando prendono qualche amorevole scapaccione e allora si mettono a correre e a fare il minimo sindacale. Poi però, tornano nella mediocrità. Purtroppo questa squadra non ha nel suo dna null’altro che la mediocrità. Si vede come ha affrontato le ultime due partite. Dopo aver fatto l’impresa con il Napoli è tornata la routine, gli allenamenti a porte chiuse a Peschiera, dorato eremo isolato, e le partite sono tornate a scorrere come prima del piccolo filottino vincente. Il problema è sempre di mentalità.
La squadra rincula, arretra, scivola. Non aggredisce. La difesa è esposta a folate degli avversari da 40 metri, l’equilibrio è una chimera che solo Mandorlini, a parole, insegue. Le ali trasformate a terzini sono un suppellettile inutile se D’Ambrosio fa la partita che ha fatto sabato sera.
Non è il caso di puntare il dito contro nessuno. Non è colpa dei singoli, ma di tutti. Quando si dice che è una questione di mentalità ci si riferisce proprio all’atteggiamento generale. 54 gol sono una mostruosità a cui Mandorlini non ha messo mano. Non si può parlare di singoli e per il futuro, il mister dovrà seriamente affrontare questo aspetto perchè le sue squadre prendono troppi gol, nonostante abbiano cambiato quasi tutti i difensori in questi due anni di serie A. Senza cambiare il prodotto finale. Il Verona è un colabrodo. E Toni non può essere sempre l’uomo della Provvidenza. Se si ferma lui, con questo atteggiamento difensivo è serie B sicura.
L’unica consolazione è che dietro il Verona c’è chi è andato e va pianissimo. Squadre più mediocri della nostra. Per fortuna.
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