In questo momento il Verona mi sembra un po’ come la Croce Rossa. E non mi è mai piaciuto sparare sulla Croce Rossa. Cosa c’è da dire sulla gara di Bergamo? E’ evidente che il Verona ha giocato male, che l’approccio è stato sbagliato, che in questo momento la condizione psicofisica generale non è buona. Ci sarà tempo per parlare della dilettantistica gestione di Romulo (“Sono pronto”, anzi no, è partito, si opera…), alla cui base resta comunque una componente di sfiga che non è colpa di nessuno, ci sarà tempo per parlare della costruzione di questa squadra poggiata su troppe scommesse, a cui manca un uomo capace di sparigliare le carte, di cambiare il ritmo, di inventare qualcosa e della fase difensiva che resta pessima, infine dell’intensità che non c’è, o meglio che c’è una gara sì e due no.
Ora non è il momento. Ora è il momento di stringere i denti, di guardare il bicchiere mezzo pieno, di tenerci stretto questo punticino acciuffato in extremis. Sei minuti sono meglio di niente e in sei minuti il Verona è rimasto aggrappato alla sua partita, trovando il pareggio, evitando la sconfitta che avrebbe gettato tutti nello sconforto più nero. Ad oggi ci manca qualcosa, soprattutto la vittoria gettata alle ortiche con il Torino, ma abbiamo solo tre punti e con questi dobbiamo fare i conti.
Il campionato sta prendendo una piega diversa da quella auspicata dalla società e da molti tifosi e si preannuncia di grande sofferenza. Lo dico per realismo affinchè non si cullino sogni che in questo momento potrebbero fare ancora più male. Non è il caso di lanciare allarmismi, ma solo di avere i piedi incollati per terra. Nessuno regala niente in serie A, tutti lottano e anche chi pronosticavamo come vittime sacrificali sono lì vicino a noi o addirittura ci precedono.
La questione Toni-Pazzini si è risolta nel modo peggiore che si potesse pensare. Con l’infortunio di San Luca che per tre anni ci ha tenuto a galla con i suoi gol. Ora Pazzini sarà utile come il pane e non solo. Da semplice accessorio dovrà diventare l’uomo della Provvidenza, capace di caricarsi sulle spalle il Verona. Cambierà anche il modo di giocare, perderemo qualcosa dal punto di vista realizzativo, ma ad occhio guadagneremo molto dal punto della manovra. Tra l’altro dovremo mettere in una teca Pazzini e pregare ogni settimana perché non lo sfiori nemmeno un raffreddore, Dal dualismo con Toni e dal dibattito che ne è scaturito, paradossalmente arriviamo ad avere un bisogno disperato del Pazzo. Per sorridere un attimo: dietro di lui non c’è nessuno, così almeno Mandorlini non avrà dubbi su chi scegliere.
Spero solo che non andiamo a Milano a fare le vittime sacrificali. Il mister ha due giorni di tempo per preparare la gara con l’Inter, scuotere chi deve essere scosso, recuperare chi si può recuperare, fare quadrato, dimenticare questa pessima partita. Non è facile, me ne rendo conto. Ma bisogna farlo. E magari mercoledì sera vediamo tutto con un’altra ottica.
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