Con pochi ingredienti, come le brave massaie di una volta, Mandorlini è riuscito a mettere in tavola un piatto molto gustoso. E’ come se avesse aperto la dispensa e pur senza burro, zucchero, uova, si fosse inventato un delizioso manicaretto, fatto con qualche pezzo di pane recuperato, un po’ di companatico, molto ingegno.
Il Verona che ha giocato a San Siro è stato una piacevole sorpresa. E affinchè non si dica che qui si è condizionati solo dal risultato. dico subito che questo è stato il Verona più bello della stagione. Sì, addirittura più bello rispetto a quello che ha fermato la Roma. Un Verona a cui andava stretto il pareggio, figurarsi la sconfitta.
Perdere 1-0 in questo maniera ti fa sentire impotente. Ma di una serata così vanno salvate le tante cose buone che si sono viste. A partire dal cambio di modulo (vedi mister quanto sei bravo anche se giochi così…), che ha coperto bene il campo, dato varianti davanti, messo l’Inter in difficoltà. Mancini non ne veniva fuori, e il suo miglior giocatore alla fine è risultato il signor Russo, colpevole di non aver punito l’entrata assassina di Felipe Melo su Pazzini e poi di non aver dato un rigore su Gomez.
Peccato non aver raccolto niente. So che c’è un sacco di amarezza, e l’infortunio di Pazzini è una tegola che lascia stecchiti. In una settimana siamo passati dal chiederci se Toni e Pazzini avrebbero mai giocato assieme, a meno male che c’è Pazzini, a Juanito Gomez centravanti. Un bel salto. Ma piangersi addosso non serve a niente. Adesso servono solo i punti. E con la Lazio di riffa o di raffa, a cinque, a tre o a quattro, con Gomez centravanti e/o Zaccagni (che bravo!) in mezzo, bisogna grattare via almeno un punticino.
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