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MISTER, TOCCA A TE

Andrea ti ricordi? Era prima di Salerno, tu non avevi paura. Eravamo nel corridoio degli spogliatoi del Bentegodi e tirasti fuori la storia (sacrosanta) che una squadra praticamente già fallita non poteva andare in serie B. Era la tua partita. La partita di Mandorlini condottiero di una squadra e di una città. In quei play-off hai costruito il tuo capolavoro. Solo contro tutti, ti sei preso bastonate in faccia, ti hanno persino spaccato la testa con una macchina fotografica. Ci avevi preso senza gioco e senza un ruolo, ci hai portati in B. Quello è il Mandorlini che ho preferito. Non hai mai cercato alibi allora, anche se ne avevi. Eri forte dentro, sicuro di te, chiaro nei messaggi. Avevi i famosi occhi di tigre, quelli che ogni tanto oggi scompaiono, dentro la stanchezza anche psicologica. Ti capisco e ti capiamo. Non è facile. Sei uno che unisce (accidenti se ci hai unito) e come tutti gli eroi da “sturm und drang”, sei uno che divide (accidenti se ci dividi).

Non mi piace tutto quello che fai, certe tue scelte, certe tue sciocche impuntature,  la tua permalosità, ma so che sei sempre animato dalla buona fede e che alla tua squadra cerchi di inculcare alcuni valori che sono della gente di Verona. Un tuo fedele giocatore me ne ha parlato proprio qualche giorno fa: “Il mister ci tiene” mi ha detto “e su questo non transige”.

Questo è il momento più difficile da quando sei qui. E’ ovvio che non è solo colpa tua questa situazione. Ed è chiaro che il derby è un bivio. Piangersi addosso, lo sai tu meglio di tutti noi, non serve a niente. Adesso serve il miglior Mandorlini, quello a cui ci siamo aggrappati ormai cinque anni fa e che ci ha portato su, sempre più in alto, quasi in Europa (maledetto Mazzoleni…).

Ora servono i tuoi occhi da tigre, la tua rabbia, la tua determinazione da trasmettere ad una squadra che oggettivamente sarà penalizzata, ma che ha il dovere di giocarsela alla morte. Questo non è semplicemente un derby. E’ la tua partita.

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