Mandorlini è vicino all’esonero. Mai stato così vicino. La sconfitta con il Frosinone rischia di essere l’ultima fermata per il tecnico che a Verona ha ottenuto due promozioni e che in serie A ha sfiorato l’Europa.
Mi chiedo, se la società prenderà questa decisione, che cosa sia cambiato oggi rispetto a un mese fa. Mandorlini è sempre lui, la squadra è sempre la stessa, gli errori difensivi sempre quelli.
Seguendo il ragionamento fatto da Setti, Mandorlini non va da cambiato nemmeno dopo Frosinone. Anzi, dirò di più: quel sussulto finale che ha fatto tremare la volenterosa squadra di casa, è un punto a favore del mister.
Vuol dire che la squadra non ha girato le spalle a Mandorlini, vuol dire che quello che la società auspica da tempo, può già verificarsi alla prossima partita con l’Empoli.
Perché esonerarlo adesso, dunque? E soprattutto cos’è cambiato rispetto al dopo Udinese, o al dopo Genoa, o al dopo Sampdoria? L’unica cosa che è cambiata è che in effetti oggi Mandorlini ha meno colpe di allora. Se Rafael non avesse commesso quello sciagurato fallo, il Verona questa partita l’avrebbe vinta.
L’impressione è che in via Belgio inizi a serpeggiare l’idea che i buoi siano ormai scappati e che qualcosa bisogna pur fare pur di non considerarsi retrocessi a novembre (NOVEMBRE!!!!!).
In pesantissimo ritardo, dopo aver contornato le dichiarazioni di tutte le scuse possibili, dopo aver bellamente affermato che il pareggio di Carpi era un buon punto, dopo aver fatto finta di non vedere la sconfitta con il Bologna, dopo aver messo la testa sotto la sabbia fino ad oggi.
Ora la società è pronta a rimangiarsi tutto, a dare l’intera responsabilità del fallimento a Mandorlini, che certamente non è scevro da colpe, ma che non è l’unico colpevole. E’ la mossa della disperazione, caduto l’alibi Mandorlini (se cadrà), cadranno anche tutti gli altri.
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