Gigi Del Neri ha detto un sacco di cose di buon senso. Ha parlato di Toni e Pazzini che possono coesistere assieme, ha parlato di una difesa che deve restare fuori dall’area, ha detto che contro le grandi tanto vale giocarsela, perché a stare tutti indietro si perde lo stesso, ha parlato dell’intensità degli allenamenti e del recupero degli infortunati.
Come manifesto del suo pensiero è stato perfetto. Il problema è che Del Neri arriva in una situazione compromessa in cui non c’è spazio per la progettualità nè tempo per applicarla. La tardiva risposta della società ha prodotto questa situazione e solo un miracolo ora può permettere al Verona di salvarsi. Del Neri ha giustamente parlato di un cammino che deve essere di oltre un punto a partita, cioè un andamento da Europa League o giù di lì.
Lo scherzetto del biennale a Mandorlini e il nuovo contratto a Del Neri, costerà a Setti un paio di milioncini, per non parlare di quanto costerebbe una serie B, tra svalutazione del parco giocatori, crollo degli introiti dei diritti televisivi, necessità di allestire comunque una formazione molto competitiva. Setti, non c’è dubbio, si starà morsicando la lingua ripensando alle dichiarazioni fatte su Sogliano e ai soldi spesi in passato. Rispetto alla montagna di denaro che dovrà metterci, quelle erano pinzellacchere. Ma vabbè. Toccherà a lui a fine stagione, valutare con la stessa ferocia con cui ha trattato l’ex ds, l’attuale dirigenza.
Ora bisogna pensare al Verona. Del Neri è un tecnico che ha fatto cose eccezionali, proponendo un calcio innovativo e spregiudicato. I concetti che ha espresso in conferenza stampa sono sempre quelli e sono in completa antitesi con quello che è stato il calcio di Mandorlini. Ma appunto sono concetti. E al Verona invece servono i punti. Se i pensieri si traducono in rimonta, allora l’Hellas si salverà.
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