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LACRIME

Grazie. Grazie a Gigi Delneri che aveva promesso una grande partita e un finale di campionato dignitoso raccattando il Verona nel baratro. Grazie al popolo del Verona che non molla mai e con i suoi canti dimostra la fierezza che non significa appoggio a chicchessia, ma solo onore per la maglia, per il colore gialloblù e dignità.

Grazie a Evangelos Moras, per le sue lacrime nel tunnel che ci hanno commosso, ma che ci hanno fatto capire che ci sono ancora giocatori galantuomini e che non tutti sono uguali, in un mondo dove i soldi, le interviste pre-confezionate, la mancanza di un valore etico, ha ormai spazzato via la poesia. Lele, come lo chiamiamo con ironia ha uno spessore morale che va al di là dei suoi piedi, dei colpi di testa, anche dei suoi limiti tecnici e della sua generosità.

Quelle lacrime sono le specchio profondo di un ragazzo che ci crede veramente, di un guerriero che con fierezza sta difendendo la sua squadra, di un uomo toccato fortemente dal destino, che per colpa/merito di una disgrazia, ha scoperto l’amore di una tifoseria e anche perchè no, la generosità di una città.

Le lacrime di Lele ci riportano con i piedi sulla terra, ci fanno capire che il Verona è la nostra meravigliosa amante, ma che poi c’è la vita, sempre strettamente legata alla morte, c’è l’umanità. Ed è in quei valori che ci ritroviamo assieme, e forse è per questo che tifiamo appassionatamente Hellas Verona, primo o ultimo che sia. Piangere o ridere per un gol, per una vittoria, per una retrocessione è il nostro legame. Le lacrime di Moras sono lacrime gialloblù.Le lacrime che stasera riaprono la speranza. Perché in fondo questa incredibile squadra è sempre una meravigliosa utopia.

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