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RICOSTRUIRE

Il fallimento ora è evidente. Il Verona ha perso anche con il Carpi, è la peggiore squadra della serie A. Clamorosamente inadeguata per la salvezza. Improvvisamente sono crollati gli alibi e la cortina fumogena eretta per evitare le responsabilità. Questa è una squadra costruita male e gestita peggio. Figlia di una lotta di potere, in cui il lato sportivo centrava poco. Purtroppo (e lo dico sinceramente) il presidente Setti ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare. Ha alterato gli equilibri societari e successivamente la realtà (“è la miglior annata di sempre”), ma soprattutto ha affidato la nuova gestione a persone inadeguate. Mi dispiace dirlo, ma è così.

La fuga di Gardini-Schettino è stato uno sfregio e un momento topico di questo campionato. L’uomo che ha messo le basi per questa disfatta se ne andava, tentando anche di strappare l’applauso finale. I penosi comunicati stampa di quella settimana, i ringraziamenti e le paginate entusiastiche ad elogio del Grande Manager, appartengono ad una delle pagini più tristi della storia del Verona. Paragonabile per cialtroneria a chi aveva scritto di un grande disegno berlusconiano dietro la cessione del Verona di Arvedi al truffatore bresciano poi arrestato con la salsa di pomodoro scaduta in garage.

Per questa gente a Verona non c’è più posto. Oggi che la presa in giro si è completata, mentre di settimana in settimana si rinviava la sentenza, alzando il tiro e promettendo riscatto alla prossima partita, dobbiamo auspicare che Setti ridia a gente affidabile la gestione del Verona.

Dico chiaramente che non mi associo al partito che spara contro il presidente (oggi). Sarebbe troppo facile farlo e non sarebbe giusto. Contesto e ho contestato le sue decisioni, non l’imprenditore. Setti non è Moratti, non è un petroliere arabo, lo sappiamo. Ed in questo momento non esiste alternativa alla sua gestione. Sappiamo perfettamente quanto Verona sia refrattaria e quanto siano stati isolati i due veronesi che avevano in mano l’Hellas prima di Setti.

Questo non vuol dire però che a Setti è tutto concesso. Anzi. Setti non può più scherzare davanti ad una piazza che è stata generosa fino al masochismo nel sostenere questa penosa squadra e questo fallimentare management. La prima cosa da fare è il recupero dell’identità scaligera, oggi custodita più dai tifosi che dalla società. Mai come in questa stagione il Verona è apparso lontano dai valori della sua gente, dai colori, dal cuore e dai sentimenti dei veronesi. A questo Verona manca la passione, perchè chi ha condotto l’Hellas non ne ha avuta. E se non hai passione non hai neanche rispetto. E il resto è una conseguenza, come l’atteggiamento indegno tenuto da questa squadra contro il Carpi.

Spero poi che il presidente riesca a riflettere con lucidità: meditando sui suoi errori, analizzando senza condizionamenti esterni l’andamento di questo anno. Non scelga la strada breve della stagione sciagurata e sfortunata a giustificazione di questo scempio. Questa è una semplificazione che mette tutti d’accordo e soprattutto, lo ripeto a costo di nauseare, impedisce di guardare ai veri responsabili. Gli errori sono a monte e sono tutti in catena, inanellati uno nell’altro. E hanno un padre e una motivazione. Anche gli infortuni. Infine si tolga dalla stretta parassitaria di qualche procuratore che in questo momento detiene troppo potere in questa squadra.

Ora inizia la ricostruzione. Ma non su queste basi marcite dall’incapacità e dalla supponenza.

Oggi più che mai mi sento di urlare Forza Verona.

 

 

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