“Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente”. E al Verona la confusione è enorme. Gli errori sono come le ciliegie: uno tira all’altro. Ricapitolando: il fiore all’occhiello del mercato, Giampaolo Pazzini, arriva a Verona con un contratto quinquennale, sponsorizzato dal compagno di squadra Luca Toni e dal procuratore comune: Tullio Tinti.
Anche Andrea Mandorlini è rappresentato da Tinti e sebbene non abbia nessuna intenzione di far giocare assieme i due, dice sì all’operazione. Il miglior acquisto va così a sedersi in panchina, perché lì c’è Toni e Bigon, il ds, dice che il 32enne è un acquisto fatto per il futuro. Poi quando Pazzini potrebbe giocare perché Toni si fa male, si infortuna pure lui.
Quando però torna, Mandorlini continua con il 4-3-3 anche se gli interpreti del ruolo sono logori e mezzi rotti. il Verona fa sei punti in 14 partite, sbaglia la gara con il Frosinone (in campo Toni, Pazzini in panchina, dentro solo nel secondo tempo…), Mandorlini viene cacciato e arriva Delneri. Il discorso programmatico del baffo di Aquileia è chiaro e va dritto a sbattere sugli zebedei di Mandorlini: Pazzini e Toni possono giocare assieme. Tiè.
Dopo qualche tentativo andato a vuoto, finalmente la coppia dell’anno è pronta a spaccare il mondo per salvare il Verona. Poi succede però che il Verona perde contro il Carpi e Luca Toni, amareggiato dice la sua. Cioè che la squadra è scarsa e che non merita la A. Solitamente chi crea scandalo è sempre chi si accorge che il re è nudo, e infatti Toni da quel momento è escluso. Per scelta tecnica, dice la motivazione ufficiale, anche se l’addetto stampa, fa trapelare ad un giornalista che c’è una verità che solo la società custodisce. Ovviamente la frase, pronunciata ad un giornalista, viene rettificata, anzi no. Nella stessa dichiarazione di smentita si spiega anche che il virgolettato non è stata concordato. Due smentite, in fondo, è meglio di una. E vabbè.
Intanto c’è il Napoli e Toni non c’è. Ma guai a parlare di caso. Toni viene paragonato da Delneri a Furman e a Romulo, due ufo che transitano in questo momento in riva all’Adige. Ma il bello è che anche il vice Toni, il 32enne arrivato per il futuro, cinque anni di contratto, fiore all’occhiello della campagna acquisti resta in panchina, perchè lì gioca Gomez che, come tutti sanno è un centravanti nato.
Il Verona ne incassa tre e in pesantissimo ritardo, dopo tutti i torti arbitrali subiti (ma forse non si poteva andare contro all’Inter del dg Gardini e alla Lazio dell’amico Lotito…) tira fuori la questione arbitrale. Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente diceva il buon Mao. Che teorizzava appunto la Rivoluzione. La stessa che speriamo Setti stia preparando al Verona.
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