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TRA IL LUSCO E IL BRUSCO… ECCO FUSCO

Ha lavorato, cesellato, operato. Un po’ con la scure, un po’ con il napalm, un po’ con il fioretto. Ne è uscito un risultato positivo. A spanne potrebbe essere così: Nicolas; Pisano, Cherubin/Bianchetti, Caracciolo, Souprayen; Romulo, Fossati, Bessa; Luppi/Gomez; Pazzini/Ganz, Fares/Siligardi. In più aggiungeteci la panchina dove siederà gente come Zuculini e Greco (sempre che non siano titolari anche loro). Oggettivamente e soprattutto relativamente a questa serie B, mi pare tanta roba.

In mezzo alle ombre (il lusco e il brusco…) di  quel casino che era l’ultimo Verona, Fusco è apparso come la Madonna nella grotta di Lourdes. Ha venduto (e bene…) il vendibile (Gollini, Ionita, Wszolek), ha sfrondato quello che c’era da sfrondare, ha ceduto chi non voleva restare (Helander e soprattutto Viviani), ma soprattutto ha dato una logica da categoria ad una squadra che ora Pecchia potrà finalmente plasmare senza più nessuno che gli chieda del mercato.

Non credo che ci dobbiamo fasciare la testa se sono partiti Helander, Viviani e Wszolek. I tre erano delle scommesse, non certo delle certezze. Wszolek è un’invenzione di Delneri, discreto nel 4-4-2, inadeguato nel modulo di Pecchia. Viviani è stato una gigantesca incompiuta. Fusco ha un po’ “barato” quando sosteneva che se ne sarebbe andato solo se il Verona avesse ricevuto la stessa cifra che lo aveva pagato (4 milioni e ducentomila, una follia che nemmeno chi li aveva spesi, s’è sentito adesso di far spendere alla sua nuova società). Diciamo che il ds del Verona ci ha provato. E alla fine, in mancanza di reali offerte, ha dato Viviani al Bologna, con la speranza che là l’Hellas non perda del tutto il suo investimento.

Fusco si è affidato alle sue “certezze” nel mercato in entrata. Prima di tutto ha voluto sapere chi era veramente convinto di restare. E ha incassato il sì di Pazzini che si è persino tagliato l’ingaggio. Poi ha portato una truppa di giocatori di categoria che hanno irrobustito il carattere della squadra. Da Zuculini, all’ultimo Troianiello, passando per Luppi. E si è pure tolto lo sfizio con Bessa (che il Verona ha acquistato a 1.2 con 18 presenze minime) che è un potenziale crack.

Un piccolo rifiuto d’altri tempi, infine, mi ha commosso. Quello di Bianchetti che ha detto di no alla serie A per restare qui e continuare a lavorare per il Verona. A Setti sarà costato tre milioni, ma a me è piaciuto il romanticismo, forse pure condito da un calcolo intelligente. A memoria non me ne vengono in mente tanti di giocatori così negli ultimi anni. Credo che Bianchetti vada visto sotto una luce diversa d’ora in poi. Anche per lui, come per l’Hellas, questo è l’anno zero. Buon campionato a tutti.

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