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CHE SERVA DI LEZIONE

Porca miseria! Quanto vorrei sbagliarmi qualche volta… Lo sapevo e lo avevo scritto che questa gara con il Benevento era quella più pericolosa… Detto, fatto… E’ arrivata la prima sconfitta dell’era Pecchia, una sconfitta che pone alcune questioni e che merita una riflessione.

La prima cosa che va detta, e con forza, è che non è un dramma. Una sconfitta ci sta e può anche far bene se vista nel modo giusto. Usare toni da tregenda, come ho sentito da qualche parte, non aiuta e anzi c’è il rischio che diventi un darsi sugli zebedei come Tafazzi. Dunque, serve tranquillità e lucidità nel ragionamento.

Il Verona è rimasto in dieci, l’espulsione di Caracciolo, lasciata all’interpretazione di un mediocre arbitro, è il frutto di un congenito difetto della nostra difesa che va in tilt non appena gli avversari verticalizzano in mezzo ai due centrali. Su questo Pecchia deve lavorare, così come ci ha lavorato Baroni per prenderci in castagna. Dopo questo episodio io ho visto un ottimo Verona, che ha preso in mano la partita e s’è buttato all’attacco. Forse Pecchia poteva cambiare un esterno con Cherubin, ma credo che il gol del Benevento sarebbe arrivato lo stesso.

Poi c’è stato il secondo tempo e soprattutto la seconda metà del secondo tempo, in cui il nostro allenatore si è un po’ avviluppato sulla sua enorme voglia di riportare la partita in parità. Tolto Fossati, il Verona è rimasto praticamente senza centrocampo, con una squadra sconclusionata, che non ha più saputo creare occasioni nonostante le tante punte in campo (Fares, Gomez, Cappelluzzo e Luppi). Fares in disimpegno ha ancora una volta dimostrato come non possa mai essere lui l’ultimo uomo.

Fine dell’analisi. Ecco le mie considerazioni. Il Verona è bello ma poco concreto. Deve essere più bastardo dentro e per esserlo deve avere uomini che siano così. Maresca e Zuculini (che non c’era a Benevento) sono giocatori che posso dare questa “garra”, che soprattutto in certe partite è indispensabile. Il modulo di Pecchia è efficace se gli esterni creano superiorità e sono di qualità. Luppi lo è stato fino ad oggi, Siligardi resta un’incompiuta. E allora è meglio mettere l’esperienza di Gomez, o la freschezza di Fares. Infine Ganz: non va mai cambiato (in assenza di Pazzini), perchè è il classico giocatore alla De Vitis. Può anche non fare niente per una gara intera ed essere poi decisivo nell’unica mezza occasione che conta.

 

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