Siamo nella fase calda del mercato. Fusco, Pecchia e Setti si sono parlati. Non sarà un mercato che stravolgerà il Verona, questo lo si è capito. Sarebbe anche sbagliato. Da “riparare” non c’è molto in una squadra prima in classifica. In realtà, però, il passaggio di gennaio è molto importante. La squadra costruita da Fusco non è stata una macchina perfetta. Ha preso delle imbarcate terribili, ha sbandato pericolosamente, poi è tornata in carreggiata. E’ una squadra che ha bisogno di “rinforzi”. Quanti e quali devono saperlo i due delegati alla parte tecnica. Ma una cosa si può dire. Chi arriva deve essere un valore aggiunto, giocatori veri che possano servire da qui alla fine.
Come dicevo, non è tempo di scommesse. Ora si fa sul serio, perchè dopo questo passaggio di gennaio, si torna a lottare in apnea fino a maggio. E quindi non sarà più possibile nè “riparare” nè rafforzare. Il rischio che si corre è troppo alto. Poichè la storia insegna, facciamo ricorso alla nostra memoria. In una sessione di mercato di “riparazione” (allora non era gennaio…) Pastorello consegnò a Prandelli tre uomini fondamentali come Melis, Marasco e Guidoni. Il Verona tornò in serie A. Lo stesso Pastorello, anni dopo, fermò la corsa del Verona di Ficcadenti, togliendo un tassello fondamentale come Italiano, prendendo Rosina e Pizzinat e Soligo. Recentemente, Sogliano prese Sgrigna e Agostini e il Verona volò verso la A. Bigon l’anno scorso completò il suo disastro tecnico cedendo il cedibile e dando a Delneri (che accettò supinamente…) Samir, Rebic, Gilberto, Emanuelson e Furman. Sappiamo com’è andata.
Ecco perché questo passaggio è fondamentale. Mi auguro che il Verona non si crogioli nell’idea di essere più forte delle altre rinunciando a fare mercato o facendolo senza colpi importanti. Dare un segnale al campionato e alle avversarie è il minimo che si richiede all’Hellas e a Setti.
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