Un punto guadagnato? Io dico di sì. Certo non è il Verona che incantava e segnava a raffica, ma non è stato nemmeno il Verona di Avellino. E la Spal che doveva fare un solo boccone dell’Hellas secondo i più pessimisti ha fatto la classica partita tutta difesa e “speriamo che là davanti succeda qualcosa”.
Insomma, il Verona non m’è dispiaciuto. Credo che Franco Zuculini sia mancato tantissimo a questa squadra, mentre Boldor in difesa, pratico e concreto, non è più una scommessa ma una certezza. Alex Ferrari si è proposto come un possibile titolare, siamo tornati ad aggredire alto e a conquistare il pallone nella metà campo avversaria.
Non è cambiato l’atteggiamento dell’arbitro. Nonostante la protesta della società, i fischietti arrivano al Bentegodi e continuano a fare i fenomeni. C’era un rigore su Pazzini, Arini e Mora della Spal andavano ammoniti ed espulsi, l’intervento di Zaccagni non era nè più nè meno grave rispetto a quelli che attimi prima avevano subito i nostri ad opera dei due sopra menzionati. Al Benevento che ha i nostri stessi punti hanno regalato un rigore all’88’. Sono cose che adesso fanno la differenza. Non un alibi.
Il Verona ha un difetto: crea un sacco di gioco ma non è concreto. Tira tanto, ma non prende la porta. E a dispetto del gioco creato, della supremazia territoriale, del possesso palla, non raccoglie quando semina. E’ un difetto congenito di questa squadra, figlio della mentalità del suo allenatore e delle caratteristiche tecniche della squadra. Fermato Pazzini, si ferma il Verona. Questo è il dato più preoccupante a cui Pecchia deve mettere subito mano con lavoro e cambio di mentalità.
Il Verona con la Spal ha aperto il paracadute (non quello dei soldi), ma ora deve riattivare i retrorazzi per ripartire. A Frosinone sarà battaglia e loro passeranno la settimana a ricordare i due rigori dell’andata. Sperando in un arbitro all’altezza, il resto ce lo dovremo mettere noi. Quello che di buono si è visto con la Spal, purtroppo, non è ancora sufficiente.
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