Sotto pressione. E’ la parola della settimana. Pressione, che fa rendere meno la squadra. Pressione che neanche la Lagostina… Cos’è la pressione? Iniziamo col dire che pressione è l’enorme interesse che ruota attorno al Verona. Di tutti i tipi: pressione finanziaria (chiedere a Setti se è felice di non andare in A… e lasciate stare la panzana dei 15 milioni di euro, ne prenderà ben 40 in caso di promozione!). Pressione mediatica: nel senso che ci sono giornali e televisioni che si occupano del Verona e che gli dedicano spazio. Pressione quindi dei tifosi, che andando numerosi allo stadio ed essendo attaccati alla maglia chiedono giustamente risultati. Questa è la pressione. Normale? C’è qualcuno che non ne ha? Un medico che opera a cuore aperto ha pressione? Un infermiere che cura una ferita? Un muratore che deve salire ogni mattina su un ponteggio a 40 metri d’altezza? Non è retorica, nè populismo. Ognuno ha “pressione”. I giocatori hanno la fortuna che a questa pressione corrisponde un beneficio economico che nessun’altra professione può dare.
La pressione, dunque, c’è, si deve accettare. Se un giocatore non la può sopportare non può fregiarsi di vestire la maglia gialloblù. Ci sono piazze con deserti sugli spalti, che non vanno mai sui giornali, dove la pressione non c’è e dove codesti giocatori sono pregati di accomodarsi. Attenzione: non faccio riferimento a Fossati che appunto ci ha dato lo spunto per parlarne. Anzi: lui ha dimostrato di avere coraggio e personalità a parlarne, quindi ha tutta la mia stima, come ce l’hanno generalmente tutte le persone di carattere, capaci di dire le cose in faccia, viceversa dei vigliacci che tirano le pietre e nascondono la mano.
Diverso è il caso del fischio preventivo. Che sottintende una strumentalizzazione di base. Non mi piace e l’ho già scritto. Solitamente a Verona si sostiene la squadra, l’anno scorso l’abbiamo fatto (vantandocene) davanti a prestazioni vergognose che magari avrebbero meritato magari qualche incazzatura in più. Sinceramente è ingiusto e profondamente sbagliato far ricadere su questa squadra la frustrazione dello scandaloso campionato passato. Soprattutto è ingiusto quando la squadra è ancora in piena corsa. Quello che è giusto, invece, è sottolineare il disappunto in una partita come quella con l’Ascoli, disgraziata finchè si vuole, ma che ancora una volta ha visto la squadra incapace di essere spietata come dovrebbe esserlo a questo punto del campionato.
Sappiano questi ragazzi, comunque, che ancora non hanno visto nulla della generosità e dell’apporto che il pubblico di Verona sa regalare nei momenti più difficili. Ma tocca a loro conquistare il cuore della gente.
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