Manca pochissimo. Niente. Un punto. Da prendere in casa del Cesena già salvo. Facile? Niente è facile nel calcio. Saranno novanta minuti ad altissima tensione giovedì prossimo. L’ultimo capitolo su una stagione sofferta e tormentata in cui nulla è mai stato dato per scontato.
Nemmeno davanti all’enorme quantità di denaro che Setti ha percepito come paracadute finanziario e che avrebbe dovuto rendere il Verona l’avversaria da battere. Invece l’Hellas, costruito al risparmio e pieno di scommesse ha fatto fatica, terribilmente fatica, affascinando talora per l’estetica, ma altrettanto facendo arrabbiare quando sembrava essere risucchiato dalle inseguitrici. Non è finita, però, e di mezzo c’è ancora il Cesena, dove in passato non valse un esodo di massa per salvare il generoso Verona di Bagnoli.
Là si chiuse il meraviglioso ciclo dello scudetto e si aprì ufficialmente la grande crisi che poi ci ha accompagnato negli anni novanta e duemila. Non sfuggirà che Bagnoli, prima di venire a Verona aveva portato in serie A proprio il Cesena, dove oggi lavora un vecchio amico come Rino Foschi. Vorrei ricordare anche che Arvedi ebbe il terribile incidente proprio tornando dalla trasferta di Cesena che dunque non è e non potrà mai essere una gara normale.
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