Maledizione a voi… A tutti quelli che ci hanno fatto ricadere in serie B, a chi è fuggito dopo aver causato il disastro, a chi ha parlato di progetto, a chi ha detto di avere la maglia del Verona nel cuore… Mi ero ripromesso, dopo la scorsa vergognosa stagione che non avrei esultato per un’eventuale promozione in serie A. Era il minimo che ci dovevano per quel campionato putrido, per quelle partite gettate nel vento, per i loro finti alibi, per una masnada di dirigenti pessimi come poche volte ho visto a Verona. Gardini e company sono riusciti perfino nell’impresa di farmi riabilitare Pastorello a cui pochi giorni fa ho detto che con lui non saremmo mai finiti in B in quella maniera. E non è una provocazione, ma esattamente quello che penso e immagino anche molti di voi hanno pensato.
Un anno dopo, però, mi ritrovo qui a vivere questo strano pomeriggio di attesa e trepidazione. Sono teso, sì, molto teso. Come molti di voi. Perché questo strano mistero chiamato calcio, alla fine ci frega sempre. Al solito i dirigenti, soprattutto quelli pessimi, evaporano, il Verona rimane.
Non c’è niente da esultare, ma sono sicuro, dovesse andare bene, esulterò, esulteremo, perché l’Hellas alla fine è nostro, è un tatuaggio nei nostri cuori, è come la mamma, è il nostro bambino e un po’ nostro padre, è nostro nonno, è la nostra storia, è un ricordo, una lacrima. Siamo noi.
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