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PAZZI-NO

Delle due l’una: o Pazzini non ha giocato perchè non è in condizione (e mi pare che questa sia stata la spiegazione di Pecchia), o non ha giocato perchè non fa più parte dell’idea della società. E quindi è sul mercato. Ne sapremo di più il 31 agosto quando le trattative si chiuderanno e vedremo che squadra avrà in mano Pecchia.

Dando buona la prima tesi, Pecchia ha dimostrato comunque un coraggio da leone. Sinceramente: chi glielo fa fare di fare la figura dell’imbelle creando un caso che fino a quindici giorni fa non esisteva? E allora si dirà: Pecchia è un aziendalista e prende ordini da Setti che vuole cedere Pazzini perchè la società non ha più soldi. Va bene: ammettiamo sia così. Ma Pecchia rischia del suo, rischia di bruciarsi la carriera, in sostanza rischia di trovarsi il cerino in mano. Non ho ma trovato un allenatore tanto autolesionista.

E allora dobbiamo per forza credere che oggi come oggi Pazzini non sia in condizione, o quantomeno che Pecchia non lo ritenga in condizione di giocare l’intera partita. Se il mercato fosse chiuso, non ci sarebbero dubbi. Invece il fatto che l’entourage di Pazzini abbia fatto trapelare sui giornali l’idea che l’attaccante abbia un mercato ha sollevato un polverone.

Facendoci perdere di vista tra l’altro ciò che sarebbe più importante sapere oggi: è il Verona una squadra che può lottare per salvarsi? Quello che Pecchia ha cercato di spiegare con tatto e diplomazia questa sera, o almeno che credo di aver capito è che più di così il Verona non ce la fa. E’ il massimo che si possa chiedere in questo momento alla sua squadra. Per una serie di motivi (anche per sfiga) il precampionato è stato un disastro. Infortuni, contrattempi, il famigerato caso Cassano, hanno di fatto impedito al tecnico di lavorare per essere pronto al via del torneo come avrebbe voluto. Così Pecchia ha cercato di fare necessità virtù. Ha cercato di non prendere un’imbarcata con il Napoli (che stasera ha battuto l’Atalanta con lo stesso punteggio del Bentegodi) e ha portato a casa un punto da Crotone. Al ritorno, in caso di vittoria al Bentegodi, potremo anche definirlo d’oro. Ora è ovvio che il tecnico si aspetta di vedere la rosa completata con giocatori che possano realmente essere un valore aggiunto.

Non mi sento di seguire l’onda negativa e pessimista che ha colto improvvisamente una parte della tifoseria. Ma non perché questa società o questa squadra mi facciano impazzire. Ma relativamente a ciò che vedo da altre parti. Il Verona non è né meglio né peggio della altre squadre che lottano per la salvezza. E che sarà durissima non lo scopriamo di certo oggi. Del resto cosa si può chiedere ad una squadra che è appena tornata in serie A se non la salvezza anche soffertissima, anche all’ultimo secondo dell’ultima giornata come successe a Reggio Calabria con il gol di Michele Cossato nello spareggio del 2001? Sparare sentenze oggi è profondamente sbagliato. Abbiamo giocato con il Napoli in forma Champions e abbiamo perso. Abbiamo giocato con il Crotone fuori casa una sfida salvezza e non siamo stati sconfitti.

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