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IL CUORE OLTRE L’OSTACOLO

Ma cosa ci raccontiamo? Che questi tre punti sono uguali agli altri? Dai, su non scherziamo. Questi punti ne valgono sei, ma forse sette o otto se pensiamo all’effetto benefico che avranno sul morale. Pecchia potrà barare finchè vuole, ma sa benissimo che stasera è iniziato il campionato del Verona. Battere il Benevento era fondamentale e ora sì, possiamo almeno affermare che il Verona può (sottolineo può) giocarsela per la salvezza. Se poi ce la farà non lo so, ma sicuramente a questa corsa ora ci siamo iscritti anche a noi.

All’allenatore va un merito: avere passato una bufera che ha rischiato di travolgerlo, ritrovando al contempo una squadra. Non è che ora i pericoli e le insidie siano finiti. Anzi: ce ne saranno ancora tantissimi, ma almeno possiamo sperare di non essere una comparsa che si vede solo nei titoli di coda del film.

Ha giocato bene il Verona? Boh, ni, ma è così importante? Credo che la cosa più importante fosse vincere e che per lo spettacolo (bello) si possa fare un salto in qualche sala cinematografica. Il Verona non è uno spettacolo, ma è emozione, passione, scintille. E per me stasera queste componenti ci sono state. Nei limiti tattici e tecnici di una squadra che, è bene ricordarlo, nelle promesse di inizio stagione ha detto di voler essere il Crotone e non il City. E allora, diamo atto a questi ragazzi di aver sputato sangue per vincere contro il modestissimo Benevento.

Il Verona ha gettato il cuore oltre all’ostacolo e per coerenza va applaudito, non solo per il successo, ma anche per la volontà di conseguirlo, in mezzo a tanta troppa confusione tattica. Il suo simbolo è “roller-coaster” Romulo, uno che quando prende velocità non sai mai quando si fermerà, ma intanto è uno che sa risolverti le partite con uno dei suoi fenomenali colpi dopo averti fatto imprecare per aver sbagliato un appoggio ad un metro mezzo. E grazie a Fares che pare aver trovato il ruolo che forse ne decreterà la grandezza, e poi Verde che quando è entrato ha dato la scossa come se fosse un filo scoperto dell’Enel. Menzione d’onore poi per Pazzini che sebbene non abbia segnato ha fatto capire che pure con le ginocchia malandate è uno che in campo ci deve stare sempre, almeno in questa squadra e in questo Verona. E grazie anche a Pecchia che ha preso più pugni di Rocky negli ultimi due mesi ma non è mai andato ko. Non l’ho sentito urlare Adriana, ma spero di non sentirlo dire che il derby con il Chievo è una gara come le altre…

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