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LA RABBIA, L’ORGOGLIO E L’INDIFFERENZA

Il buio oltre la siepe. L’indifferenza oltre la rabbia. C’erano due tifosi stamattina a Peschiera. Due. Dopo l’ennesima delusione, la società di Setti ha raggiunto il primo traguardo: schifare il proprio pubblico. Non era mai accaduto, è il primo vero obiettivo raggiunto da questa proprietà. Lo schifo oltre l’orgoglio. L’indifferenza che vince sulla rabbia. La stanchezza per una battaglia che pare persa. La vittoria con il Milan diventata una sorta di tavolino da rianimazione: “Libera… “. Ma non succede niente. E il paziente si avvia verso morte certa. Il Verona, quello che intendiamo noi che l’abbiamo vissuto non esiste più. Persino in Lega Pro c’era più rabbia e soprattutto più orgoglio. Cannella, che pure aveva convinto i soliti scribacchini leccaculo, ieri come oggi, almeno suscitava reazioni. Disse ad Adalberto Scemma in una leggendaria intervista: “Se a Verona lavora Cannella, vuol dire che Verona si merita Cannella”. Fantastico. Un tifoso ieri ha scritto laconico ad Alè Verona: “Presidente Setti la ringrazio per avermi costretto a rivedere un pensiero che ritenevo impossibile: rivalutare Pastorello”. Oltre la siepe, il nulla o forse un comunicato di smentita. Restiamo in attesa. Nel deserto di Peschiera. Indifferenti con i nostri regali di Natale sotto l’albero. Forse questo non è più il Verona. Il nostro Verona.

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