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NON CI RESTA CHE PIANGERE

Ahinoi. Dopo la settimana delle chiacchiere è arrivato il lunedì della partita. E ogni considerazione, ogni tentativo di poter ancora credere in un miracolo sportivo si è infranto sull’altare di una gara indecente. Il Verona è poca cosa, Pecchia è ingarbugliato tra la pochezza della sua rosa e l’astrusità delle sue scelte, Setti è preoccupato per il bilancio che viene prima di tutto, anche della dignità sportiva. Poteva finire 8-0, è finita solo 2-0.

Siamo ancora lì, crediamoci, la strada è quella giusta. E via discorrendo. Ma senza i punti non ti salvi e non ti salvi senza una squadra dignitosa. Comunque la si prenda questa vicenda, siamo al cospetto di una squadra scarsa, terribilmente scarsa, indebolita ulteriormente dopo il mercato di gennaio che invece di creare un minimo di entusiasmo ha portato solo rassegnazione. Una squadra scarsa figlia di errori tecnici del passato, ma anche di un’incapacità di analizzare il campionato di serie A, al netto di zero investimenti e con un’unico obiettivo: fare disperatamente plusvalenze.

L’entusiasmo si crea con partite epiche, con grinta, con le vittorie. Non basta una lettera ai tifosi. Non si può chiedere ai tifosi di metterci scintilla e benzina per appiccare il fuoco dell’entusiasmo. La scintilla può arrivare dagli spalti, il combustibile deve arrivare dal campo. E chi era all’Olimpico stasera, gente che non è schierata nè con Pecchia, nè contro di Pecchia, gente che ha cuore solo il Verona si è sentito offeso e preso in giro. Ed è qui che si crea la distanza tra questa squadra e l’ambiente. Purtroppo.

Nulla è ancora deciso ma francamente per salvarci serve un’impresa sportiva che questa squadra non sembra in grado di compiere. Mancano tredici partite, bisogna fare 18/19 punti almeno, più di quelli racimolati fino ad oggi. Bisogna vincere almeno sei gare e pareggiarne un paio. Ma dove? Con chi? E giocando come contro la Lazio o la Sampdoria o la Roma? E’ francamente durissima perché alle parole non seguono i fatti, perché non si intravvede un appiglio, perché stiamo ancora parlando della gestione Sogliano, quando, paradossalmente abbiamo fatto tre campionati meravigliosi, spendendo molto sì, ma incassando pure fior di plusvalenze, quelle dimenticate, e non parliamo dello sciagurato campionato in cui siamo arrivati ultimi creando la corrosa situazione di oggi.

Prima il bilancio, poi il risultato sportivo. Certo: se la vediamo così allora la situazione ideale è paradossalmente  la terza categoria. Mantieni il Verona in vita e non ti costa niente.

 

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