Più o meno deve essere andata così. Setti compra il Verona che costa molto meno del Bologna e lo fa con l’aiuto dell’amico Volpi. Setti sceglie Sogliano che in quel momento è il più rampante ds giovane d’Italia. Con Volpi allestisce una strategia. Non c’è solo il Verona ma anche il Rjieka e lo Spezia. Pensano persino di acquistare una società in Spagna, e un mezzo pensiero di prenderne una in Inghilterra lo hanno fatto. Setti fa lo sborone. Si stente stra-coperto dai soldi e dalla potenza finanziaria di Volpi, spende e spande. Sogliano ha il compito di cercare talenti e lo fa egregiamente sbagliando qualche colpo come è nella logica del calcio. Setti vola altissimo. Non gliene frega un cazzo della città, degli imprenditori locali e i tifosi sono perfetti solo come clienti a cui vendere orribili magliette Nike con i colori sbagliati. Parla di internazionalizzazione del brand perchè l’obiettivo è un trading di calciatori mondiale. Il Verona conosce un periodo di vacche grasse come da tempo non si vedeva. Poi ad un certo punto Volpi (e qui non si capisce cosa sia successo) si allontana da Setti. Le parole o gli accordi verbali li porta il vento, Volpi nel Verona non c’è mai entrato, il suo era solo un appoggio strategico. Al massimo il contatto è un prestito obbligazionario in cui l’Hellas Verona, comunque pare non centrare anche se l’Espresso (mai smentito) dice che quei soldi servivano proprio a finanziare la societa scaligera.
E Setti si caga addosso. Resta da solo con il cerino in mano e con i conti fuori controllo. Dietrofront. Sogliano paga gli anni di vacche grasse, non è più l’architrave del progetto, nel frattempo Gardini porta Bigon e i due inchiodano ancora di più la società con l’aggravante della retrocessione.
Setti procede a colpi di paracadute e diritti televisivi, finanziariamente è tenuto a galla solo da questo, e meno male. Il Verona subisce una pesantissima cura da parte del “dottor” Fusco il quale cerca di salvare capra e cavoli. Da una parte il bilancio e dall’altra il risultato sportivo. Tornando in serie A, Fusco centra l’obiettivo e Setti gli affida totalmente la guida dell’auto Hellas Verona. Fusco si arrabatta come può, invoca coerentemente il modello Crotone sapendo in anticipo a che razza di sofferenza sarà condannata la squadra che sta per allestire.
Il Verona ora costa così poco che anche una eventuale serie B non è più uno spauracchio, anche e soprattutto per il fatto che c’è sempre un paracadute da 25 milioni di euro. E’ ovvio, però, che restare in serie A con una prospettiva di prenderne 40 è tutta un’altra storia.
Il resto è storia di oggi, una parte ancora da scrivere. E un futuro che con il Setti attuale non può non essere mediocre. Setti ha cambiato strategia. Senza Volpi e il suo appoggio si è messo a fare il modesto e a invocare l’aiuto di quei tifosi e di quella città che lui stesso snobbava. Ecco perchè non sarà mai simpatico. Ma ecco perchè il Verona non può fare a meno di lui. In un modo o nell’altro Setti ha pilotato il Verona in questi anni, con i soldi di Volpi lo ha fatto benissimo dal punto di vista del risultato sportivo, mentre la città ha sempre guardato da un’altra parte. Verona ha questo peccato originale. Si merita Setti e lo sa.
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