Sono partiti: Bearzotti, Fossati, Cherubin, Calvano, Caracciolo, Cappelluzzo, Stefanec, Eguelfi, Cissé. Sono arrivati Faraoni, Di Gaudio , Vitale, Munari. Fatti due conti della serva è stato l’ennesimo mercato al risparmio, in cui il Verona ha ceduto più giocatori di quelli acquistati.
Sono arrivati due buoni giocatori da B come Di Gaudio (che di fatto sostituisce l’infortunato Ragusa) e Vitale. Ingiudicabile l’arrivo di Munari teso, forse a ampliare numericamente il centrocampo e a dare personalità ed esperienza. Gravissima la cessione di Caracciolo.
Non tanto per le qualità modeste del giocatore, ma per il fatto che Caracciolo era stato designato come leader di questo gruppo, tanto da farne il capitano. Ora, è difficile sapere quali dinamiche sono in atto nello spogliatoio di questa squadra, ma mi pare evidente che non siano rose e fiori. Caracciolo non è stato sostituito e quindi Grosso punterà tutto sulle due cariatidi Marrone-Dawidowicz, con Bianchetti atteso all’ennesimo rilancio della sua carriera e le altre ballerine a guardare (da Balkovec a Empereur).
Il problema però non è il mercato. Il problema è che sulla panchina del Verona c’è un tecnico che ha disegnato la squadra a sua immagine e somiglianza. Ruoli assolutamente non rispettati, moduli farraginosi, poca garra, tanto fumo. Restano i problemi di carattere, resta il dualismo Di Carmine-Pazzini, aggravato dal fatto che il Verona ha provato a privarsi di uno dei due, operazione non riuscita e che rischia di lasciare macerie sul terreno.
La verità è che, causa Grosso, non sappiamo che valore ha realmente questa squadra, visto che non ha mai pienamente convinto. La stessa domanda che dovrebbe farsi una proprietà seria. Appunto.
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