E perchè no? Perchè non è possibile sognare un colpaccio? Arriva il Milan e sappiamo che il Verona per i rossoneri è come uno specchio che si rompe il venerdì, come un gatto nero che attraversa la strada, come uno spillone vudù piantato nel costato.
Verona è fatale e non è un caso. Il Milan non si è mai liberato del trauma del ’73. Lo ha rivissuto nell’89-’90 con Sacchi in panchina, Berlusconi in tribuna, Sotomayor e Davide Pellegrini in campo e l’arbitro Lo Bello che pareva un killer. Ha perso anche contro il meraviglioso Verona di Mandorlini, Iturbe e Toni alla prima giornata del campionato del ritorno in serie A dopo l’inferno della C e il purgatorio della B.
Ora le cose sono cambiate e a dir il vero non è che ci siano molte speranze di poter vincere una gara così. Ma attenzione a tanti piccoli segnali. Il Milan di Giampaolo ancora non convince, è un cantiere aperto, ha problemi e non scalda il popolo rossonero. Il Verona di Juric è invece tosto, concreto, sa soffrire ed essere cinico. Il divario è comunque enorme. Ma a colmarlo ci penserà il Bentegodi che dopo lo schifo che si è sorbito per due lunghissime stagioni, ora è tornato a palpitare, intravvedendo quelle semplici qualità che si richiedono ad una squadra: applicazione, sofferenza, lavoro.
Dentro un clima positivo si potranno esaltare alcuni giocatori dall’animo guerriero: Rrahmani, Amrabat, Zaccagni. E poi toccherà a Stepinski, alla sua prima al Bentegodi con la maglia del Verona. Insomma, fossimo il Milan non dormiremmo sonni tranquilli. Juric il trappolone lo sta preparando per bene a Peschiera. A porte aperte, nutrendosi dell’amore dei suoi tifosi. Com’è giusto che sia.
Lascia un commento