C’era un gioco sulla Settimana Enigmistica: trovate le differenze. Che differenza c’è tra il Bianchetti che viene paragonato a Thiago Silva dalla Gazzetta dopo un’esemplare gara con la maglia dell’Under 21 e il Bianchetti di Verona che in molti hanno frettolosamente “bollato” come brocco?
Non c’è nessuna differenza. Bianchetti è sempre lui. E’ un ragazzo del ’93 che ha giocato pochissime gare in serie A e che va seguito con affetto e senza mettergli addosso troppa pressione. Nel suo percorso di crescita c’è il Verona. Sconteremo i suoi errori, come in anni passati abbiamo scontato quelli di Gilardino, di Pegolo, di Dossena, di Cassani e Gamberini.
Spesso la fretta e la voglia di vedere sempre i nostri giocatori al top ci inducono ad un gioco al massacro che non ci aiuta. Se lavori con i giovani (e per il Verona non c’è altra via che questa se vuole avere un “ruolo” nel calcio di questo millennio…) devi avere pazienza. Si chiamino Bianchetti o Iturbe. Già, perché se è chiarissimo che l’argentino ha i crismi del fuoriclasse è altrettanto chiaro che non potrà essere sempre quello di Bologna. E allora che non salti fuori qualche genialoide con la penna caustica a dire che è un “fuoco di paglia” destinato a essere solo “un buon giocatore”. Aspettiamoli e godiamoceli. Almeno per un po’…
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