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GRAZIE A DIO SONO DELL’HELLAS

Non finiró mai di ringraziare chi mi ha fatto tifare per l’Hellas Verona. Non so se io ho scelto l’Hellas o l’Hellas ha scelto me. So che nessuno al mondo mi sa regalare queste emozioni, queste gioie, ma anche sofferenze, tristezza, rabbia. Il Verona é unico, non ce n’é un altro così. Capace di lottare per non andare in C2, capace di issarsi ai vertici della serie A, in pochi anni, tutto e il contrario di tutto, in mezzo a lutti e tragedie, tragicomiche, telenovele, farabutti, ladri, grassatori, truffatori, salite e discese, progetti e controprogetti.
Sembra un film. Invece é tutto vero. Come se tutto fosse disegnato nel cosmo, come se il nostro kharma avesse un preciso destino: mai essere normali o banali. Siamo l’unica squadra provinciale scudettata, abbiamo vissuto una gioia irripetibile come quell’annata tricolore, raccontata ai nostri bimbi, definita irripetibile. Abbiamo ammirato le nuove generazioni che s’innamoravano dell’Hellas che giocava a Manfredonia, spiegavamo loro come guerrieri dell’Iliade reduci da Troia che noi eravamo a Bergamo, a Stettino, a Utrecht, a Brema, luoghi mitici di una mitologia che pareva affondare le radici proprio ai tempi di Omero il cieco, tanto si stava allontanando nel tempo.
Ed ecco all’improvviso Mandorlini e i suoi ragazzi, una meravigliosa truppa che pare essere tornata a farci rivivere quelle vecchie emozioni che parevano finite e sepolte.
Non so come finirá questo campionato. Sicuramente ne mancano 24 a Itaca, che poi sono i punti che ci dividono dalla salvezza. Ma di certo, giá ora ringrazio questa favolosa squadra che mi sta regalando emozioni che mi riportano alla mia felice adolescenza. E agli dei che decisero che la mia squadra sarebbe stato il pazzo Verona dico che Penelope non ha ancora finito di tessere la sua tela. Altre avventure mirabolanti ci aspettano…

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