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CARO CESARE, NON PUOI NON ACCORGERTI DI UN TONI COSI’

Ne esiste un altro del genere? Francamente in questo momento mi viene in mente solo Klose della Lazio (con caratteristiche comunque diverse) e Gomez della Fiorentina. Ma un altro come lui non c’è. Non esiste. E’ l’ultimo reduce di una generazione di attaccanti alti, forti fisicamente, che come si diceva qualche anno fa, “fanno reparto da soli”. Merce rara oggi. Non ne fanno più così. Tanto che per variare il menù, alcuni “creativi” si sono inventati il “finto centravanti”. Che altro non è che ammettere che gente come Luca Toni non esiste più. Toni, prima di tutto, è unico. Mica poca roba. E’ uno che semplifica il lavoro di qualsiasi allenatore. Perchè quando hai uno come lui le cose ti vengono molto più semplici. Sei in difficoltà? Salti il centrocampo e metti la palla lunga e Luca ti da sempre una mano. Toni ti permette di giocare sulla “seconda palla”, quindi di rimbalzo, permettendo ai due laterali di entrare e anche ai centrocampisti di andare al tiro. Fa assist, ma ha il senso della porta (e qui scatta l’istinto del bomber). Vedasi il gol di ieri: Luca sbaglia il primo tiro (più semplice) e azzecca il secondo (molto più difficile) infilando l’angolo sinistro (e solo lì la palla passava).

Inutile, persino poi parlare delle doti umane. Qui passiamo al capitolo “ragazzi perfetti, campioni veri”. Toni è umile, lavora, si diverte. E il suo sorriso è contagioso, aperto, simpatico (niente a che vedere con l’accigliato Balotelli in guerra con il mondo anche dopo un gol). Un ragazzo della bassa padana, un emiliano lavoratore, onesto e senza fronzoli. Sono doti che a una nazionale possono fare molto comodo.

Ricordo che il mio amico Cesare Prandelli, con cui ho scritto un libro biografico, avrebbe fatto carte false in quella stagione veronese per avere uno come Toni. Aveva Cammarata e siccome Cesare è un grande tecnico riuscì lo stesso a far girare la squadra e a far segnare dodici gol a Fabrizio.

Ma adesso uno come Toni lo può portare al mondiale. Sono sicuro che sono considerazioni che non possono sfuggire a Prandelli. Considerazioni tattiche ancora prima che umane. In mezzo a tante mezze calzette (giovani) diamo una chance a questo campione vero, anche se ha 36 anni.

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