Balotelli e Cassano vengono definiti due bad boy, due scapestrati che hanno buttato (o stanno buttando) la carriera. Due esempi da non seguire, due tipi da evitare, due spaccaspogliatoi. Uno è appena partito per Liverpool e al Milan stanno ancora festeggiando (non si può non aver notato la faccia di Inzaghi durante le interviste post-partenza). L’altro ha appena devastato un’altra volta lo spogliatoio e a fatica a Parma stanno contenendo il nuovo caso.
Mi sono sempre chiesto che differenze ci sono tra Balotelli e Cassano e uno degli idoli di noi veronesi, Gianfranco Zigoni. E’ difficile spiegare oggi ad un ragazzo cos’è stato Zigo per la mia generazione. Zigo era sopra le righe, viaggiava in Porsche, metteva la pelliccia per scommessa in panchina, sparava ai lampioni, andava a donne, probabilmente beveva. Alla mattina ti alzavi e sull’Arena trovavi Valentino Fioravanti che dipingeva le sue cronache con le bravate di Zigo, le scommesse con il commendator Saverio, gli incidenti paurosi in cui rischiava la vita. Era un Cassano ante litteram, ma a quei tempi era un mito, idolatrato da noi tifosi. Io mi innamorai di lui (e quindi del Verona…) quando lo vidi giocare con le scarpe rosse. L’unico, trent’anni prima di tutti gli altri. Avevo 9 o 10 anni. Insomma erano tutti comportamenti che potremo vedere e ritrovare in Balotelli e in Cassano. Credo che però quei comportamenti fossero figli del tempo. Eravamo negli anni ’70, si vedevano gli effetti della prima grande contestazione giovanile, quella del ’68 partita dall’America e arrivata poi in Europa via Francia, quei comportamenti rompevano lo status quo, erano insomma legati ai giovani e a quell’atmosfera.
Oggi non fa più notizia una cresta, una scarpa diversa. Anzi, immediatamente viene creata l’omologazione, paradossalmente essere contro è essere come Marquez, perfettamente inappuntabile dal punto di vista professionale. La normalità come via verso la diversità e l’affermazione di se stesso. Balotelli e Cassano si sono ridotti ad essere solo due prodotti mediatici, anche loro sono figli del tempo, ma sembrano superati, sono due cattivi esempi.
Resta un fatto. Io trovo le conferenze stampa di Cassano meravigliosamente intelligenti, e non lo dico con sarcasmo. Cassano manda dei messaggi, dice qualcosa, sempre border line, ma con un contenuto. Almeno dice qualcosa e non viene imbeccato da un ufficio stampa. Notate quanti titoli ci sono in una intervista del barese rispetto a tutte quelle dei suoi colleghi. A me sta simpatico. Come Zigoni. Per Balotelli il discorso è diverso. Si è costruito un fortino di recriminazioni e di alibi per giustificare i suoi insuccessi. E’ sempre colpa degli altri. Che non lo capiscono, che lo trattano male, che sono razzisti. Sfida il mondo e spesso perde. Questo è il suo problema. Con l’aggravante di essere gestito malissimo (o benissimo a seconda dei punti di vista) dal suo manager. Ma questa è un’altra storia.
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