Ritenere questa squadra clamorosamente “adeguata” per la salvezza è un errore. Capisco Bigon, ma se lui e la società non riescono a fare un serio bagno di umiltà e analizzare seriamente i loro errori, non si arriverà alla salvezza.
Gli infortuni ci sono stati, anche più della norma, ma una squadra “clamorosamente” adeguata doveva riuscire a sopportarli. Questa invece non lo ha fatto perchè è una squadra costruita male, con troppe scommesse ed equivoci. Toni e Pazzini che Mandorlini non farà giocare assieme sono un equivoco. La scommessa Viviani (al di là della misteriosa pubalgia) a cui è stata consegnata in mano la squadra è un azzardo. I giovani della rosa a cui Mandorlini mai farà ricorso sono un errore strategico. Non è che si cercano i responsabili ma si cerca di capire, caro Bigon.
Mandorlini, felice di aver firmato un biennale, ha appoggiato queste scelte e da qui dipendono anche le sue responsabilità. Non si è rincoglionito, ma si è stato mandato allegramente lui stesso allo sbaraglio. Ora però le chiacchiere stanno a zero. Dovrebbe stare a zero anche la presunzione.
Bisogna pensare a salvare questo Verona che a Carpi e nella gara con il Bologna sembrava un vascello impotente. Come fare? Intanto facendo più punti possibili da qui alla pausa natalizia. E poi andando pesantemente sul mercato a gennaio. Bigon si deve muovere adesso, subito, perchè certe trattative, quelle che veramente servono al Verona e a Mandorlini si devono imbastire in questo momento.
Due nomi su tutti. A Mandorlini serve un giocatore come Iturbe, che la Roma potrebbe mettere sul mercato. E allora si chiami Sabatini, si prepari il terreno, si parli con Itu che a Verona tornerebbe di corsa per sei mesi.
Altra pedina che serve come il pane è Tachtsidis. Non è il massimo a mio avviso ma a Mandorlini piace, è un suo uomo, a Genova gioca poco. Anche qui se si gioca d’anticipo si può fare. Commettere ancora l’errore di non prendere sostituti a Viviani è già costato troppo.
E poi lo staff di Bigon si faccia venire finalmente un’idea per la difesa. Serve gente veloce, qualcuno da affiancare ai nostri centrali. Il resto lo farà il recupero degli infortunati. E anche un miracolo, che non dovrà però, lo diciamo fin da subito, essere fatto passare per un’impresa.
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