La notte è ancora buia e fredda. E’ cambiato solo che oggi a San Siro si è accesa un piccola lucina. Magari serve a poco ma almeno si distinguono i contorni, qualche viso amico, qualche faccia conosciuta.
Era ora. Anche un punticino fa morale, soprattutto se conquistato in questo modo. Solo Mihajlovic ha visto un’altra gara, ma lo capiamo: potrebbe essere anche essere stata la sua ultima panchina al Milan, doveva cercare qualche alibi per spiegare perchè la squadra che ha speso più soldi questa estate avesse pareggiato contro l’ultima in classifica.
Piuttosto c’è da chiedersi se il Verona la poteva vincere. E la risposta è sì. Ovvio che non si può chiedere a Delneri tutto e subito: cambio di mentalità, bel gioco, gol e risultati. Il vecchio vizio del braccino corto con conseguente arretramento è rispuntato nell’ultimo quarto d’ora. Si può concedere dopo quattro sconfitte di fila e un totale sbandamento. Ma tantissimo è stato fatto. Non ho memoria di un allenatore che senza neanche beneficiare di una sosta abbia cambiato così faccia e ritmo al Verona. Delneri ha fatto un lavoro incredibile sia a livello tattico sia a livello di motivazioni.
Mi pare diventato molto saggio, ma anche molto carico. Senza aver perso lucidità. Credo che abbia meditato molto sulla sua carriera nel tempo che è rimasto fuori e che abbia metabolizzato anche gli insuccessi. In mezzo a tanti errori, questa di Setti è stata la miglior mossa della stagione. L’avesse fatta prima il Verona non sarebbe in una penosa condizione. Ora tocca al presidente difenderla fino in fondo perchè se c’è una chance di salvezza questa passa solo attraverso il gioco che Delneri ha portato. Purtroppo è andata così, ora bisogna solo guardare avanti e dare a al Verona e al suo tecnico tutti i rinforzi di cui necessita.
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