Mentre il Chievo ci ha fatto capire che poca cosa era il Frosinone, il Verona continua la sua caduta libera. Ormai questo campionato se n’è andato, c’è poco ancora da chiedere e da dire.
Sarebbe bello, ma forse troppo nobile, che qualcuno di questi signori desse le dimissioni, ma sarebbe appunto troppo nobile e troppo alto.
Sarebbe anche bello che il presidente Setti decidesse di parlare, ma dopo tre giorni dall’invito publico che gli ho fatto non ho ricevuto nessuna risposta. Non la deve a me, sia chiaro: la deve ai tifosi del Verona. Sarebbe bello parlasse e ci spiegasse che cosa ha intenzione di fare il prossimo anno, perchè su questo (campionato), c’è poco da dire: ha sbagliato tutto. Il che rende anche più facile, per lui, prendere delle decisioni. Basta che faccia il contrario di quello che ha fatto negli ultimi quindici mesi e sicuramente farà meglio di adesso. Se Setti avrà invece intenzione ancora di barare con se stesso, negando gli errori, sono certo che il peggio non l’abbiamo ancora visto.
Non è una questione economica: nessun presidente del Verona degli ultimi anni ha gestito tanto denaro certo e assicurato come Setti. Nè i Mazzi, nè Pastorello, nè Arvedi, nè Martinelli. Setti era in in una posizione privilegiata che gli era stata garantita con la promozione in serie A (merito suo) e dalle due abbondanti salvezze (ancora merito suo). Nonostante la sequela di errori, il paracadute gli garantisce un atterraggio morbido. Ma non indolore. Ha scelto gli uomini sbagliati e il Verona ne ha pagato pesantemente le conseguenze. Non può più sbagliare.
Ora in B ha ancora “one shot” per non rovinare tutto. Un solo colpo. Non lo può fallire. O fallirà.
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