L’errore più grande che si possa fare dopo la quarta vittoria di fila è pensare che il Verona sia già in serie A. Mi spiego meglio: il Verona è straripante, fortissimo, bello da vedere e ogni scelta che fa Pecchia è baciata in questo momento dal dio del pallone. Ma la forza di questa squadra non è un postulato. E’ il frutto di scelte precise che i lettori di Tggialloblu conoscono bene visto che le abbiamo messe in risalto fin da questa estate a Racines. Ed è il frutto di un lavoro profondo che Pecchia ha fatto su questa squadra.
La lezione di Benevento è servita e oggi il Verona è una squadra matura che per la seconda volta in questo campionato non ha preso gol, in cui non ci sono giocatori imprescindibili, ma solo un’orchestra che suona una musica deliziosa. Andare a Terni senza Romulo, con Valoti ancora in campo e con la novità Maresca, comandare il gioco, e poi essere strabordanti come siamo stati è uno spettacolo per gli occhi e una compensazione davanti alle miserie della scorsa stagione.
Detto questo, continuo a pensare che il nemico del Verona in questo campionato sia il Verona stesso. E’ pur vero che la concorrenza interna che Pecchia ha magistralmente costruito, dovrebbe metterci al riparo da ogni problema. Concorrenza significa alzare il livello degli allenamenti e quindi mettere in campo sempre l’11 migliore. Come d’incanto, dunque, è stato spazzato via il deprimente campionato della scorsa stagione, in cui dirigenti incapaci (e non la sfortuna o l’amaro destino) hanno umiliato il Verona.
Oggi è facile dirlo, ma è sempre semplicissimo affermarlo. Il pesce puzza dalla testa e viceversa. Se funziona la società, funziona tutto. E non è così scontato come appare.
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