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DI CHE COSA PARLIAMO?

Dico subito che Fusco ha fatto bene a sollevare la questione arbitrale. A Verona diciamo “boni si ma non c…”. E’ da tempo che la classe arbitrale diretta dal signor Farina (qualcuno di voi ricorda????) sembra avercela con l’Hellas. Dopo Frosinone e i due rigori dati con manica larga c’è stato poco o niente. Avanzavamo l’ipotesi in un articolo di Tggialloblu della settimana scorsa che pare quasi che il “sistema” voglia impedire al Verona di scappare per non far crollare l’interesse del campionato. Quasi che si facesse pagare a Setti l’istituzione del paracadute che la B e il presidente Abodi non hanno mai digerito.

Fosse così sarebbe gravissimo e ci rifiutiamo francamente dal pensarlo. E’ un dato oggettivo però che il pessimo Abisso ha voluto compensare l’espulsione di Cissè buttando fuori in maniera pretestuosa anche Pazzini. Un danno gravissimo per il Verona in vista delle prossime due gare. Senza contare che se il gioco resta fermo cinque minuti e ci sono sei sostituzioni non puoi dare cinque minuti di recupero.

Giusto quindi farsi rispettare, giusto salire in sala stampa, giusto il cambio di passo nella narrazione che Gardini aveva imposto (mai parlare male degli arbitri in pubblico). Visti i risultati un’altra fallimentare decisione dell’ex dg. Detto questo, il Verona ha rischiato di perdere con il Benevento. Ed è di ciò che è giusto parlare in questa sede.

Perché il Verona non è più bello come qualche mese fa, perché c’è un divario netto tra i punti conquistati fino alla gara con lo Spezia e quelli conquistati dopo, perché c’è un’involuzione generale e anche in alcuni singoli. Sinceramente speravo e pensavo che la gara con il Cesena avesse sancito la fine della crisi, invece si è rivelata un fuoco di paglia. Latina, poi la gara vinta con la Salernitana e ora questo pareggio con il Benevento lasciano l’impressione di una squadra che sta facendo fatica. Molta fatica. Troppa fatica. Qualcuno dirà (e tra questi mister Pecchia) che ci sta anche la sofferenza, che non sempre si può vincere, convincere, segnare tanto e dare spettacolo soprattutto in serie B. E’ verissimo ma non si può far finta di niente e dire che va tutto ben madama la marchesa.

A questo punto del campionato dovrebbe uscire il lavoro fatto fino ad oggi, il gioco dovrebbe scorrere piacevole, dovrebbero vedersi dei progressi e un’evoluzione. Invece l’allenatore, messo in crisi dal mercato poco “aggressivo”, e con il problema più volte segnalato degli esterni che non vanno, sta cercando di ricucire una tela che è meno bella, meno convinta, meno affascinante dell’inizio di stagione. Purtroppo torno alla valutazione diversa che Setti e Fusco hanno dato della loro squadra. Forte ma non fortissima, sicuramente da ritoccare maggiormente a gennaio, quando un vero colpo davanti avrebbe garantito a Pecchia di poter schierare una squadra logica e meno sperimentale di quella odierna. Per quello invitavo seriamente la dirigenza a pensarci, a rifletterci, a valutare attentamente. Perché poi una decisione sbagliata, una valutazione superficiale, o comunque un rischio calcolato (cit. Barana), te li porti dietro fino alla fine.

C’è andata molto bene con il Benevento. Il punto è oro colato perché la squadra di Baroni ci è stata superiore. Ha giocato meglio, con più personalità, con meno paura. Questa è la verità e quello di cui vorremmo discutere. Abisso del resto è solo un punto profondo di un oceano. Laddove il Verona, primo in classifica, non vuole certo finire.

 

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