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SQUADRA VERA AL MOMENTO GIUSTO

Chapeau. Il Verona è tornato grande quando il campionato lo richiedeva. Le insidie che nascondeva questa trasferta in terra pugliese erano immense, ma, come si dice, quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. E il Verona ha giocato e vinto. Uno strappo decisivo verso la serie A, che scaccia fantasmi e mugugni. Il Verona è rinato e lo ha fatto con la forza del proprio spogliatoio, superando a piedi uniti il momento più basso e complicato della stagione, quella serataccia con lo Spezia, in cui un’attonito Pecchia pareva arrivato al capolinea.

In realtà, come spesso lo sport ci insegna, quello che sembrava il momento della disfatta, è stato il momento dell’unione. Da lì il Verona è risorto, pur senza incantare, ma con maggiore concretezza. Così ha pareggiato a Novara, ha vinto con il Cittadella, e, adesso, ha vinto con il Bari.

Nulla è ancora conquistato, e questo è bene metterselo in testa: a Perugia sarà un’altra battaglia terribile, da superare con la stessa gioiosa forza che l’Hellas ha messo in campo a Bari. Nel frattempo il Frosinone è crollato, non solo è stato risucchiato dalla squadra scaligera ma ora dista a tre punti che in realtà sono quattro visto lo svantaggio nello scontro diretto. Solo la Spal sembra veleggiare con tranquillità verso la A, ma ancora tutto può accadere.

Il Verona di Bari ha avuto ancora un difetto su cui farebbe bene meditare. Rispetto alle occasioni create non è riuscito a chiudere il match in anticipo. Un male che oggi la vittoria per 2-0 rende meno visibile ma purtroppo c’è ed è congenito in questa squadra che ancora non ha imparato a capitalizzare quanto costruisce.

Infine un sincero applauso a Pecchia: qualcosa ha sbagliato anche lui, senza dubbio. Ma non è certo il coglione che qualcuno ha voluto dipingere in questi mesi.

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