Chi ci capisce qualcosa è bravo. Mi rendo conto che il compito di un giornalista è di spiegare, ma sono in difficoltà. Non so cosa sia successo da quell’orrenda partita con il Crotone a quella di Firenze. Ma posso presumerlo, facendo appello anche a quello che ho visto in tanti anni di calcio.
Innanzitutto il Verona di Firenze è figlio di scelte “estreme”, molto rischiose ma che hanno almeno portato un po’ di chiarezza. Scelte forti, opinabili, di quelle da “o si vince o si muore”. Ma scelte che hanno sgombrato il campo da tanti troppi equivoci. Il mal di pancia di Bessa, l’imbarazzante posizione di Pazzini erano due situazioni che hanno creato un malcontento generale dello spogliatoio che in un modo o nell’altro si è poi ripercosso sul terreno di gioco.
Poi c’è il fattore tecnico: Fusco e Pecchia hanno effettuato una netta inversione di tendenza rispetto all’idea di un tiki-taka tutto tecnica e fantasia di inizio stagione. Preso atto che il Verona non è una squadra che può dotarsi di giocatori tecnicamente superiori agli altri, sono arrivati atleti forti fisicamente. Vukovic ha portato centimetri ed esperienza, Matos solidità e tecnica, Petkovic muscoli e senso tattico. Non sono acquisti eccelsi, ma sono utili.
Aggiungiamoci poi che per la seconda volta in questo campionato, la squadra ha giocato anche per il proprio allenatore. Messa alle strette, si è unita. Era successo a Sassuolo, è successo a Firenze. E’ facile notare che il ritiro ha fatto bene. Non tanto per il fatto di stare insieme, ma perchè si è lavorato di più. Semplicemente. Più allenamenti uguale migliore cura dei particolari, più concentrazione, in sostanza una gara finalmente preparata meglio.
E’ cambiato tutto? Nemmeno un po’. Pecchia ha semplicemente salvato la panchina, ma il Verona è sempre penultimo e il campionato ampiamente deficitario. Non è questa vittoria che può dirci che sia scoppiata la primavera. Semplicemente ha, in parte, rimediato all’indegna gara interna con il Crotone. Ma ora serve continuità. Prima di tutto nelle prestazioni e poi nei risultati. Solo così si può pensare di salvarsi.
Il finale di calciomercato potrebbe infine cambiare faccia al torneo del Verona. Con un paio di mosse azzeccate (penso a Luca Rigoni e a una punta di grande spessore al posto di Pazzini) tutto sarebbe più semplice. Persino acciuffare una salvezza con Pecchia in panchina.
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