Maledetta Primavera… Setti come Loretta Goggi ha visto giovedì svanire anche l’ultimo appiglio a cui si era aggrappato in questa stagione. Quello del “roboante” progetto giovani. “Che fretta c’era…” e infatti con i giovani non bisogna avere nessuna fretta. Bisogna avere pazienza, costanza e dare tempo. La Primavera del Verona è naufragata a Udine dove ha perso ai play out ed è retrocessa rendendo la stagione una specie di Waterloo. Pecchia, i 25 punti, la serie B “conquistata” il 5 maggio (un mese fa), i tifosi imbestialiti. Però, diceva Setti, io credo nei giovani, nel nostro progetto modello Borussia Dortmund (cit. dall’ultima Lettera di Setti ai Tifosi), nella cantera. Infatti. Come volevasi dimostrare, il Verona è precipitato anche con i suoi ragazzini. “Retrocessione non meritata” ha detto Margiotta, il nuovo responsabile del settore giovanile senza peraltro spiegarci perché non sarebbe stata meritata. Ma ai misteri o alle mezze verità siamo abituati da tempo. Anche perché pure nella Primavera come in prima squadra non ci abbiamo capito nulla. Per esempio: perchè Tupta, il migliore talento di quella squadra, a gennaio era andato in Polonia (guarda qui) e sembrava in procinto di lasciare l’Italia e il Verona? E perchè è poi tornato? E perchè poi, nonostante la penuria di attaccanti (anzi il deserto) Pecchia non lo ha mai fatto giocare? E’ una coincidenza legata a quel trasferimento mancato? Stranezze… Ancora più strano che Setti (e Fusco) abbiano fatto piazza pulita della gestione precedente. Via Calvetti, via Pavanel, via Giancarlo Filippini. Cioè via la migliore gestione che da anni s’era vista a Verona nel settore giovanile. Inutile elencare tutte le vittorie e le conquiste di quel Verona che ha lanciato giovani a ripetizione portando fior di milioni nelle casse del Verona (bastano Gollini e Donsah?). Ora tenteranno di minimizzare la retrocessione. Ci diranno che è capitato anche ad altri, che il nostro girone era il più difficile. Sarà pur vero: io annoto che il Chievo, esempio a due passi, si è salvato tranquillamente e anzi ha sfiorato i play off. E Campedelli non ha mai parlato di modello Borussia Dortmund. Semmai sono altri che parlano di modello-Chievo.
“Se
per innamorarmi ancora
tornerai
maledetta primavera
che imbroglio se
per innamorarmi basta un’ora
che fretta c’era
maledetta primavera
che fretta c’era
se fa male solo a me”.
Leave a Reply