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IL SILENZIO DI CICCIO MASCETTI

A Ciccio non serviva parlare. Soprattutto quando aveva davanti l’Osvaldo. Uno che parlava pochissimo, l’altro ancora meno. Eppure si capivano. Sceglievano i loro ragazzi con cura, pezzo per pezzo, prima per caratteristiche tecniche, poi per carattere. I bomber li scovavano sul Panini. Se nelle statistiche uno andava sempre in doppia cifra, vuol dire che non ti puoi sbagliare. L’algoritmo prima dell’algoritmo. Ciccio era sempre lì, elegante, come in campo, persino austero, intelligente, fine di testa, anche furbo. Il capitano del Verona, l’otto sulla schiena, l’uomo che frenava le mattane del Zigo e del Commenda Saverio.

Ora sia chiaro: centrocampisti come Mascetti oggi ce li sogniamo. Nel calcio di oggi uno così giocherebbe stabile nel Liverpool di Klopp e prenderebbe 40 milioni di euro all’anno. Aveva il fosforo nei piedi, la giocata pulita, la voglia di sacrificarsi e di ripartire, il tiro, l’assist, il gol. Era un lusso per il Verona. In più rappresentava lo spogliatoio, metteva in riga i più riottosi, si faceva rispettare. Divenne ds ma era un po’ anche team manager, factotum della società, confidente e cuscinetto. Il miglior compagno per Bagnoli che non era mica farina da far ostie come si crede, sbagliando.

Zaso era uno che se piantava un chiodo facevi fatica a farglielo togliere. Dirceu non lo voleva proprio, per esempio, servì tutta l’abilità diplomatica del Ciccio per farglielo andar giù. Morale: Gibellini se ne andò, Zaso sacrificò anche il pupillo Guidolin, restarono Dirceu e Nico, il Verona era uno spettacolo per chi lo guardava, ragazzino, dagli spalti come me.

Mascetti c’era sempre fino a quando capì che era tempo di andare. Lavorò a Roma dove cercò di imporre la pacatezza in un ambiente di esauriti. Portò là Damiano Tommasi e lanciò il giovane Totti.

Ciccio parlava poco, giusto per spiegare le cose come stavano ai romanisti in perenne rivoluzione. Fu anche a Bergamo, all’Atalanta, e un po’ ma solo un po’ gli deve essere sembrato di stare a casa sua, a Verona.

A Verona aveva sposato Emanuela, la sorella della nostra Simonetta. E poi c’erano Matteo e Matilde, i due figli, le nipoti, la famiglia, gli ex gialloblù, Bagnoli e il presidente Chiampan. Una maledetta malattia, di quelle che ti mangiano l’anima e la coscienza ancor prima del corpo, ha cominciato a dilaniarlo. Ecco perché non lo vedevamo più in giro. Se n’è andato, quasi per togliere il disturbo, con la solita discrezione.

Il suo silenzio, da oggi, è pesantissimo da sopportare. Ma sappiamo che il Ciccio, per noi che lo abbiamo visto, apprezzato e conosciuto, vivrà per sempre nel nostro cuore gialloblù.

22 commenti - 2.849 visite Commenta

Solohellas

Ho avuto la fortuna di vederlo giocare , per poi stimato come dirigente ma soprattutto come uomo. Ritiro della maglia numero 8 e grande rispetto….Sempre. Vola in alto capitano e R.I.P. Sentite condoglianze alla famiglia. Sempre e solo forza Hellas.

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Superciukko

oggi posso dire di aver pianto, per la prima volta, per la scomparsa di una persona che non faceva parte della mia famiglia. Troppo l’ho ammirato quest’uomo con cui ho avuto la fortuna di parlare qualche volta anche se non ero nella cerchia dei suoi conoscenti. Ma che ho potuto ammirare molte volte, come giocatore e come dirigente. L’Hellas Verona ti deve moltissimo caro Emiliano e se noi tifosi siamo così attaccati a questa maglia, molto merito ce l’hai tu e gente (poca) come te. La terra ti sia lieve, dai nostri cuori non te ne andrai mai.

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Moreno

Non ho mai avuto l onore di conoscerlo personalmente, ma ho sempre stimato la sua personalità e umiltà. Grande Anima. X sempre Emiliano detto Ciccio.

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Paolo

Rispetto! Mancherai , mancheranno le tue semplici parole, i modi garbati e signorili, merce ormai rara. Si chiude la tua storia, inizia la tua favola.

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Masaccio

Grande giocatore e grande uomo!! Innamorato dell’Hellas…come
Tutti noi!!
condoglianze sentite alla famiglia

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Brunoconlasciarpadell'83

Vorrei solo esprimere le condoglianze alla famiglia, con tutto il cuore.

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Dingo

Anch’io ho avuto la fortuna di vederlo giocare un signore.. anche in campo .
Concordo che oggi potrebbe giocare nel Liverpool o nel City .
Mancherà anche vederlo sugli spalti in poltrone.
Ciao Ciccio
R.I.P

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Tex67

Se ne và un pezzo dello Scudetto. Un Signore. Senza ipocrisia, non credo che se tra 100 anni se ne andasse D’Amico, direi la stessa cosa che ho detto per Ciccio: direi semplicemente che se ne và un d.s. con ottime intuizioni. Forse, per le generazioni più giovani, sarebbe esaustivo e anche un modo per tenercelo nel cuore, ricordare perché Emiliano venne battezzato “Ciccio”. Condoglianze alla famiglia. Leggere che dalla bocca di “arraffa arraffa” esce il nome di Mascetti, sinceramente mi indispone. Ma alzati pure lo stipendio per la prossima stagione, ma il nome di certi Uomini non ti devi nemmeno permetterti di farlo.

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stefano56

Un ricordo. Senz’altro poco rispetto a quanto ha fatto per il nostro club. Il gol, premiato come il più bello di quel campionato di altri e più bei tempi: il pareggio, 2 a 2, della sua doppietta a Marassi con il Genoa. Ma anche la sua rovesciata del 2 a 1 a Bari, gol vittoria determinante nel 68 per la promozione in A. Un pezzo di storia che se ne va. Ciao Ciccio!

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Tex67

La risposta ai due dipendenti della Settese F.C. qui sopra l’ha data il loro stesso presidente, con la vicenda delle fascie di lutto asseritamente dimenticate in albergo, nella partita con l’Inter. Serve aggiungere altro? Forse si: non si può solo leccare il c… nella vita, ragazzi. Baci baci baci

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Hellas1971

Ma non si dice che è il pensiero che conta?. Le fasce c’erano, dimenticate a logica dai magazzinieri…lì lapidiamo?

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stefano 50/60

I social, uno dei mali del mondo assieme al 68 alla globalizzazione ed al bolscevismo, han detto ( fotografato ? ) che Faraoni nello spogliatoio aveva la fascia a lutto……ora, e non bestemmio per puro pudore, se anche han lasciato le altre fasce in hotel, non è possibile a due ore dall’ inizio della partita andare a bussare nel magazzino degli indebitati e chiedere aiuto ? non è possibile fare in modo di ovviare alla organizzazione da ministero dei miei coglioni che se manca la carta igienica ci si deve pulire l’ ano esclusivamente con le mani ?…….tutto il pulmann con giocatori dirigenti magazzinieri publicrelationman che gravitano in trasferta o in casa e nessuno che si accorge se non, credo, quando l’ arbitro fa l’ appello ?……le dichiarazioni pre partita della proprietà sono state, mi pare, improntate ad un vivo dolore per la famiglia Mascetti……rimane il fatto che è una grossa macchia quella che si imprime….Ciccio è un simbolo…..purtroppo quello che è cambiato è il mondo, le persone, il calcio…il mondo del lavoro….vince la poca o la troppa organizzazione, la burocrazia che mantiene persone inutili….il niente cuore…il troppo business che concede alle squadre come l intermerda di giocare in A nonostante gli ingenti debiti…..lo dico e ridico, se non ci fosse l’ Hellas non guarderei più il calcio, specchio fedele del marciume nel quale guazzano troppi vermi…..in ogni caso Mascetti e gli altri eroi che mi hanno accolto nel mondo Hellas rimangono nella mia sensibilità…….il resto ? terra contaminata……per Hellas 71 o Fenomeno, non occorre nessuna lapidazione, magari un magazziniere tifoso dell’ Hellas non avrebbe lasciato le fasce in hotel, anche se non lo sapremo mai….lapidazione no, ma qualche soldi calcio nei coglioni affinchè cotestui che ha sbagliato vada a chiedere la questua magari si……il mona che Vi scrive, quando sbaglia nel Suo lavoro non ha santi protettori, ma solo clienti che lo mollano….

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888b

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