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LA SALITA SUL MONTE CALVARIO

Non sta scritto da nessuna parte che il Verona debba ammazzare questo campionato. E se qualcuno lo ha pensato si sbaglia di grosso. Il Verona arriva dalla Lega Pro, ha un budget inferiore di due, tre quattro volte rispetto alle altre squadre che le stanno davanti, è la vera sorpresa del torneo.
Capisco la delusione per certi risultati, ma ci vuole un po’ di equilibrio. Ho letto critiche e considerazioni che non tengono minimamente in conto ciò che di grandissimo il Verona ha fatto fino ad oggi. Questa squadra, credo, un po’ di credito e di fiducia, se la merita.
Anche il tentativo di ricondurre ad un unico motivo le sconfitte in trasferta, non ha senso. Ogni gara ha avuto una sua storia. A Pescara e a Sassuolo mancavano uomini fondamentali, a Nocera l’arbitro ne ha fatte più di Bertoldo, a Crotone siamo andati sotto per due autoreti incredibili. Credo che solo a Genova con la Samp e a Brescia, possiamo dire che ci ha penalizzato l’atteggiamento. Peraltro il tutto è compensato dal fatto che in casa il Verona non conosce rivali. Arrivando all’aspetto tecnico: ci sono dei giocatori in questa squadra imprescindibili.
Lo abbiamo detto tante volte. Se da una parte la fortuna del Verona è avere una rosa ampia, dall’altra ha in tre elementi l’ossatura che regge tutto il corpo. Quando, per un motivo o per l’altro questa ossatura viene meno ne risente il rendimento di tutta la squadra.
A Crotone è successo questo. Maietta è finito nel tritacarne psicologico della contestazione. Ne sarebbe sicuramente uscito se non avesse avuto la sfiga di fare le due autoreti. Hallfredsson gioca da un po’ di settimane non al top. Lo stiramento ai muscoli addominali è fastidioso e non lo fa lavorare bene. Mandorlini, a ragione secondo me, lo schiera ugualmente, perchè comunque, anche se non continue, le sue giocate fanno sempre la differenza.
Infine Gomez. A mio avviso Juanito è un giocatore straordinario. Come tutti i giocatori sopra le righe vuoi da lui sempre il massimo. Quando giudichi Gomez non puoi avere lo stesso metro che usi per Russo. Gomez, certe volte (Genova, Crotone), trova la giornata storta e non rende per quello che vale. Non è una colpa, è una constatazione.
Aggiungete a questo trio anche Jorginho, che a volte viene inghiottito (con Tachtsidis) nella mediocrità, e la situazione è più chiara. La verità è una sola, in sostanza. Arrivare alla promozione non è una passeggiata, ma una lunga e sofferta via crucis. E chi, più di noi tifosi del Verona, è abituato a salire sul Monte Calvario?

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