Non so se lo scandalo delle scommesse sia finito qui. Secondo me tra qualche anno ne riparleremo. Il perchè è semplice. Non sono convinto che tutto si sia risolto portando alla luce gli affari della cricca di giocatori di secondo piano (Gervasoni, Carobbio eccetera). Quello che non è emerso in questo processo, e se è emerso è emerso solo in parte, è la responsabilità diretta delle società.
Inutile star qui a pettinare le bambole: si sa che la serie A è un business incredibile. Ci sono presidenti che hanno tramutato in lavoro la conduzione di una società di calcio. E’ vitale per loro e per la loro azienda continuare a mantenersi tramite i diritti televisivi, quindi attraverso la permanenza in categoria. Per fare questo sono disposti a fare carte false. Così come il Lecce di Semeraro. Ma gli esempi sono sotto gli occhi di tutti. I giocatori, naturalmente erano conniventi. Sapevamo di questi accordi, pareggi scritti mesi prima, e, avidi, hanno scommesso su quelle partite. Potreste chiamarlo “insider trading” pallonaro. Sfruttare cioè le informazioni distorte in proprio possesso per un guadagno personale.
Ecco, se guardate bene, questo terzo livello non è stato toccato. Interessi troppi grossi hanno tenuto le società distanti dallo scandalo. Per cui, sono convinto, assisteremo anche quest’anno ai soliti pareggi che puzzano di bruciato lontano un chilometro, partite combinate, un punto qui e uno là per arrivare all’agognata salvezza.
E tra qualche mese anche i calciatori torneranno a scommettere. Come se nulla fosse successo… Scommettiamo?
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