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MANDORLINI, PARAFULMINE PER TUTTI

Siccome sono sincero, vi dico subito che faccio fatica a raccapezzarmi. Ho letto e sentito di tutto in questi giorni dopo la prima sconfitta del Verona. I piani sono due: 1) il piano della critica oggettiva e strettamente legata alla partita con il Padova. Una gara brutta (anche se rivista è meno brutta di quanto poi il gol finale di Raimondi ci ha fatto credere…), in cui non tutto è filato alla perfezione. 2) La critica a Mandorlini che mi pare, non so se ho ragione, pretestuosa, inutile e artatamente montata.

Spiego: non è che l’allenatore si possa tirare fuori se le cose non vanno bene. Ma non è nemmeno che possa passare dall’essere fenomeno quando vince ad essere un emerito coglione quando perde. Criticare il modulo (che è lo stesso che ci ha fatto vincere in Lega Pro e fare un campionato straordinario con una squadra mediocre l’anno scorso…), i suoi metodi, la sua filosofia, mi pare eccessivo. Esempio: c’è chi dice che Gomez è troppo largo. Mi pare che giochi esattamente dove giocava l’anno scorso e lì l’argentino ha segnato 14 gol, facendo il miglior campionato della sua carriera. Si parla poi della gestione e dei cambi. Anche qui ci dobbiamo mettere d’accordo: l’anno scorso Mandorlini era considerato una specie di vate quando tirava fuori il coniglio dal cilindro con i vari Lepiller, Pichlmann, Bjelanovic. Quest’anno, per la ricchezza della rosa, sembra che faccia sempre la cosa sbagliata. E che chi va in panchina abbia sempre ragione, rispetto a chi scende in campo. E’ chiaro (e l’ho scritto…) che la gestione di Bojinov deve essere un po’ diversa, che il bulgaro non può essere considerato alla stregua di Lepiller o Pichlmann, ma deve essere chiaro anche che l’equilibrio generale di una squadra è sempre più importante dell’interesse del singolo.

Dico questo, non nascondendo la rabbia per il derby banalmente perso. Mi girano assai le balle per quell’atteggiamento rinunciatario e sparagnino dopo la rete dell’1-0, quando avevamo ampiamente dimostrato di poter vincere facilmente. Credo che questo dipenda in parte da Mandorlini, ma molto anche dalla squadra che deve essere giustamente responsabilizzata e che spesso si fa scudo proprio del parafulmine Mandorlini. Ritrovare compatezza immediata, squadra-tifosi-tecnico, è quanto in questi momenti può fare la differenza. La stessa (differenza) che passa tra l’essere veronese dell’Hellas e un normale tifoso di un’altra squadra.

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