Non c’è scienza meno esatta del calcio. Purtroppo. Vi dò alcune cifre per spiegarvi meglio: nella classifica dei tiri fatti il Verona è al settimo posto della serie A: 59 come la Roma che è una grandissima del campionato. La Cremonese, ultima in questa classifica ma con nove punti in quella reale, ne ha fatti trenta.
Gli expected punti che il Verona dovrebbe avere visto la mole di occasioni create dovrebbe essere di 8.28, appena un po’ meno della Juventus. Gli expected goal dovrebbero essere 7.11, appena un po’ meno dell’ultramilionario Como (7.31).
Le occasioni da gol create sono state 45 senza quelle di questa giornata. Come andarne fuori? Come è possibile spiegare quei tre punti in classifica e questa sconfitta con il Sassuolo? Cosa si può fare di diverso? Che ricetta deve applicare Zanetti? Sono domande su cui è legittimo spaccarsi la testa. Dire che manca il gol è persino banale. E’ evidente a tutti che questo è il problema numero uno. Manca il gol, ma non i presupposti per crearlo. Potremmo discutere sul gioco della squadra, sull’intesa tra Giovane e Orban e di altre amenità se non si creassero così tante occasioni. Ma le occasioni ci sono, manca il gol. Che non è arrivato per episodi avversi, per decisioni arbitrali contrarie e per alcuni errori dati dalla troppa veemenza-frenesia-voglia di spaccare il mondo, dei nostri due giovani attaccanti. Ma possiamo oggi, francamente, fargliene una colpa? Qualcuno può dire che Orban e Giovane non stiano dando tutto quello che hanno per la maglia e per il Verona? Che non escano dal campo spossati o che non siano due grandi professionisti? Sarebbe davvero ingiusto. Verrebbe in realtà voglia di abbracciarli forte per tutto questo impegno a cui non corrisponde risultato.
Bisogna essere freddi, lucidi e razionali in questa analisi. Buttare via il bambino con l’acqua sporca sarebbe un errore clamoroso. E’ evidente che c’è qualcosa che non va, ma è altrettanto evidente che c’è anche moltissimo che funziona.
Ci sono alcuni punti da tenere in conto: 1) il Verona con delle ottime partite ha alzato l’aspettativa generale. In realtà dobbiamo sempre parametrare tutto agli investimenti fatti, alle tante scommesse arrivate, alla necessità di avere tempo per trovare alchimia. 2) Siamo una squadra che si deve salvare. Non dobbiamo andare in Europa League. Alcune partite non dobbiamo vincerle per forza. Bisogna innanzitutto non perderle. Sappiamo per esperienza diretta che queste sconfitte sono sanguinose. Fanno male al morale, mettono in discussione tutto. 3) Di conseguenza dobbiamo giocare queste gare con più furbizia e con più maturità. Col Sassuolo ad esempio siamo partiti a mille, abbiamo fatto un grande primo tempo, poi quando l’episodio ci ha punito, c’è mancata un po’ di forza mentale, come un pugile che domina l’incontro ma gli arriva un pugno al mento che gli fa perdere i sensi. 4) La razionalità, i numeri, le cifre, tutto ci lasciano intendere che la strada è quella giusta. Dobbiamo solo avere pazienza e non mettere oggi in discussione tutta la costruzione. Bisogna insistere, lavorare sui dettagli, ma ci sono molte cose buone da cui ripartire. 5) Sapevamo che dovevamo soffrire, forse ci siamo illusi che non fosse così, ma ci siamo abituati e di certo non ci spaventa. 6) Degli arbitri non parlo perché non voglio usare parolacce in questo articolo.