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IL PAGELLONE DI VERONA-MILAN

SILVESTRI 6.5 L’unica piccola sbavatura, peraltro recuperata, quando si fa sfuggire il tiro di Calhanoglu. Si rituffa immediatamente sul pallone e subisce la carica di Piatek che segna lo 0-2 poi annullato da Manganiello, dopo aver consulato il Var. Non che il Milan lo chiami a fare gli straordinari, ma in ogni caso lui si fa sempre trovare presente all’appello.

RRAHMANI 6.5 Concede poco o nulla agli attaccanti del Milan, mantiene bene la posizione, in grande sintonia con i compagni di reparto. Consolida quanto di buono sta facendo vedere ormai da diverse settimane. Portargli via il posto sarà impresa ardua per chi ora siede in panca.

TUTINO (dal 34′ s.t.) 6 Entra bene e prova disperatamente a rompere le scatole ai difensori del Milan. Si butta con generosità su ogni pallone. Chissà che a Torino, contro la Juve, non tocchi ancora a lui giocarsi il ruolo di “falso nueve”.

KUMBULLA 6.5 Mezzo voto in meno perché in occasione del fallo di mano di Gunter, che porta al calcio di rigore del Milan, esce troppo frettolosamente dall’area per cercare l’anticipo e lascia sguarnita una zona cruciale del campo. Ma questo ragazzo è davvero forte. Elegante, non dà mai l’impressione di andare in difficoltà. Gioca con una naturalezza impensabile per la sua età. E con quella malizia da furbastro. Piatek trova il gol solo dal dischetto, perché Marash ci ha messo del suo per eclissarlo.

GUNTER 6 Qualcuno diceva che “se la fortuna è cieca, la sfiga ci vede benissimo”. La palla gli arriva sul braccio e il calcio di rigore è inevitabile. Peccato perché anche lui, come Rrahmani e Kumbulla, sbaglia poco o niente. Quel poco, però, è decisivo. Mannaggia.

FARAONI 6.5 Che bello vederlo finalmente vangare quella fascia destra come solo lui sa fare. Dopo aver vagabondato per il campo, vittima dei deliri tattici di Grosso, Faraoni ha trovato la sua strada. Che porta a tanta corsa, ma anche a buona qualità e cross succulenti per gli “avanti” gialloblù. Sta crescendo di partita in partita. Bene così.

AMRABAT 7 E’ già idolo della Curva Sud che, alla lettura iniziale delle formazioni, lo accoglie con giubilo. E ci sarà un motivo se è già nel cuore del popolo gialloblù. Ci mette l’anima fino all’ultimo secondo. Corre come un matto. Lo vedi a difendere e trenta secondi dopo sta andando a cercare gloria dalle parti di Donnarumma. Fondamentale per l’idea di calcio di Juric.

VELOSO 6 Questa volta il regista dal sinistro d’oro non brilla come al suo solito. Meno geniale nelle giocate, si limita al compitino e quello lo fa in abito da sera. Sicuramente essere rimasti in dieci non gli ha dato una mano nei rifornimenti verso chi era già andato sotto la doccia.

LAZOVIC 6 Parte benissimo facendo vedere i sorci verdi a Calabria che fatica a stargli dietro. Un paio di spunti bellissimi che, purtroppo, non si concretizzano a dovere. Come Veloso, paga l’espulsione di Stepinski e da quel punto in poi gli tocca fare il difensore e badare a Suso. Finisce addirittura esterno basso. Cosa gli si può chiedere di più?

VERRE 7 “Rischia” di fare un gol da cineteca: stop acrobatico su un lancio da trenta metri e tiro al volo che finisce alto non di molto. Che meraviglia. Ma la sua partita è molto di più rispetto a questa giocata. Tanta, tantissima qualità. Praticamente da solo tiene a galla l’attacco del Verona dopo il rosso al polacco. Costretto a lasciare il campo con i crampi. Ma che bello aver trovato un talento così.

PESSINA (dal 20′ s.t.) S.V.

ZACCAGNI 6.5 Un altro che non smette di stupire. Sapete perché? Perché oltre all’aspetto tecnico-tattico, in campo mette anche le palle. Non abbassa mai la testa, non tira mai indietro la gamba. E se c’è da andare a muso duro con Calhanoglu, lui ci va. Personalità da vendere. Fondamentale nel sostenere Verre in avanti.

DI CARMINE (dal 34′ s.t.) S.V.

STEPINSKI 5 A parti invertite avrei invocato il calcio di rigore? Sì, sono sincero. Ma solo dopo averlo visto alla moviola. Perché a velocità normale, in diretta, sembrava sì un brutto fallo, ma non così violento. Se vai a vedere il Var, però, fai fatica a non cacciarlo. Forse un po’ zelante Manganiello (comunque mediocre) ma non la trovo una decisione scandalosa. Del resto lui mi è parso un po’ impacciato, magari emozionato per il debutto. Con quella smania addosso di voler fare grandi cose, che poi, però, lo ha fregato.

JURIC 7 L’errore più grande che si possa commettere nel commentare il suo Verona è dire che giochi solo con cuore, grinta e determinazione. E’ una mezza verità. Perché il suo Verona gioca un gran bel calcio. Veloce, compatto, con i giocatori che sanno esattamente cosa fare e quando farlo. E’ riuscito in un paio di mesi a dare un’identità precisa ai suoi e soprattutto a creare un gruppo solidissimo. Da anni non si vedeva il Verona uscire dal campo tra gli applausi nonostante un ko. Bravo mister, avanti tutta, senza paura. Anche a Torino, contro la Juventus dei fantastiliardi.

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